Suppletive Monza: "Quando una candidatura ottiene il sostegno di Calenda e Bonelli, che non sono mai d’accordo su nulla, significa che c’è una potenzialità trasversale. Spero che Matteo Renzi voglia cambiare idea e che Pd e M5S si possano convincere della bontà della mia candidatura. Sono a disposizione di ogni confronto, anche pubblico", così Marco Cappato, Tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni e fondatore di Eumans, al Tg Plus di Cusano Italia Tv condotto da Aurora Vena.
Nei giorni scorsi Marco Cappato ha annunciato che correrà alle elezioni suppletive di Monza Brianza per il collegio che era di Silvio Berlusconi.
Si tratta di un’elezione su un collegio uninominale – spiega Cappato - quindi si vota la persona, non la coalizione. È l’occasione per presentare la mia storia politica e le mie battaglie e chiedere ai cittadini di Monza Brianza se sono d’accordo a vedere queste azioni nel Parlamento. Non è una strada in discesa, ma io non sono abituato a muovermi su un campo facile. Penso che sia possibile farcela innanzitutto se le opposizioni a questa destra decideranno di non mettere altri candidati.
Il collegio Monza Brianza è storicamente "blindato" a favore del centrodestra. Berlusconi alle elezioni di settembre ha ottenuto oltre 231mila voti, pari al 50,26%.
Credo che al di là dei recinti, delle coalizioni e dei partiti, anche tra gli elettori di centrodestra se si chieda cosa pensano sulla libertà individuale per esempio di scegliere fino al fine vita. Ai tavoli sui referendum tantissimi elettori di centrodestra anche cattolici erano d’accordo con noi dell’Associazione Coscioni. La mia speranza è che si possa andare sugli obiettivi e oltre il recinto delle attuali alleanze. Lo chiedo e lo propongo alle forze di opposizione a questo governo. Vedremo quale sarà la risposta, ha aggiunto Cappato.
Oggi Matteo Renzi, nel corso di una conferenza stampa al Senato, ha espresso chiaramente i suoi dubbi sulla candidatura di Cappato, definendo la scelta di correre per il collegio di Monza una "battaglia di immagine".
Le mie battaglie mi fanno rischiare 12 anni di carcere per aiutare le persone a non dover subire una tortura contro la propria volontà, non credo che siano battaglie di immagini. Ma non voglio convincere nessuno e non pretendo il sostegno come se sia qualcosa di dovuto. Io sono convinto che i temi che porto avanti per la vita della democrazia siano delle battaglie che hanno grandi potenzialità di consenso anche elettorale. I partiti ovviamente hanno logiche e dinamiche che rispetto. Se si vuole ce la si può fare. E ce la si può fare unendosi su una storia e degli obiettivi. Se invece le elezioni devono essere usate ogni volta per fare la prova di forza muscolare di un partito contro l’altro, la mia candidatura non sarà utile, dice Cappato.