Con la nomina di tre suoi fedelissimi nei posti chiave (organizzazione, elezioni e portavoce) Antonio Tajani di fatto prende il 'comando' di Forza Italia, almeno fino al Congresso, fissato il 24-25 febbraio a Roma, marcando in senso ancora più governista la geografia politica interna del partito dopo la scomparsa del leader Silvio Berlusconi. Il segretario affida a Francesco Battistoni da Montefiascone, suo storico braccio destro, già sottosegretario all'Agricoltura del governo Draghi, la 'macchina' sul territorio e, tramite Alessandro Battilocchio, potrà gestire ogni campagna elettorale, ma soprattutto -la cosa che più conta specialmente in tempi di magra e senza la 'forza attrattiva' del Cav-fondatore- avrà in mano le chiavi che più pesano: quelle della selezione dei candidati al momento delle liste. Non solo: il vicepremier e ministro degli Esteri, avrà una sua 'voce', il portavoce Raffaele Nevi, attuale vicepresidente vicario del gruppo alla Camera, che curerà "i rapporti quotidiani con la stampa'', creando ''analoghe strutture a livello regionale e provinciale sotto la direzione dei coordinatori regionali e locali'', come scritto nel comunicato finale della segreteria riunitasi stamane.
Se Nevi, che dovrà anche individuare ''una figura per i rapporti con la stampa estera", sarà il 'braccio operativo' di Tajani sul fronte dei media, ora andranno definite le competenze del senatore Alberto Barachini, confermato alla 'Comunicazione e immagine'. C'è chi immagina per il sottosegretario all'Editoria un ruolo più di strategia. Di certo, con questi innesti, compreso il capogruppo alla Camera, Paolo Barelli, Tajani potrà blindare la 'macchina' del partito.