Il Guatemala cambia aria ai suoi vertici politici e saluta il suo nuovo Presidente: si chiama Bernardo Arevalo, nasce come sociologo e si è imposto alle elezioni vincendo il ballottaggio contro la rivale Sandra Torres.
Cambiamento contro conservatorismo: questo il profilo della battaglia elettiva che si è consumata nello Stato dell'America Centrale. La popolazione si è espressa a favore del candidato di centrosinistra, la cui elezione costituisce una novità nelle preferenze del Guatemala. Alle precedenti elezioni infatti si era importo il nome di Alejandro Giammattei, esponente di Vamos, partito collocato a destra.
Ora, Arevalo si gode la vittoria, dopo i diversi tentativi di eliminarlo dalla sua corsa alla presidenza. «Siamo sicuri che vincerà il popolo del Guatemala», aveva dichiarato qualche ora fa, al momento della sua votazione in una scuola del centro storico di Città del Guatemala.
Era partito da favorito il sociologo outsider Bernando Arevalo, e non ha deluso le aspettative. La rivale conservatrice Sandra Torres si è dovuta raccontare di un modesto 35,8% di preferenze durante il ballottaggio, mentre i voti per l'esponete del centrosinistra sono saliti al 59,5% quando lo spoglio delle schede era al 95%.
Dunque il candidato di Semilla è ufficialmente il nuovo Presidente del Guatemala. Il suo programma politico si propone di incarnare i temi e i bisogni soprattuto degli elettori più giovani, facendo propria un'esigenza di cambiamento e progressismo abbandonato dalla rivale Torres.
Entrambi i candidati, in realtà, si dichiaravano come "di sinistra", ma Arevalo aveva intercettato le preferenze di coloro che desideravano una più decisa sferzata di aria fresca nel proprio Paese, mentre Torres continua ad essere percepita come rappresentante pro establishment.
Il 64enne nuovo Presidente del Guatemala è figlio del primo Premier eletto democraticamente del Paese, Juan José Arevalo (1945-1951). Arevalo si considera il simbolo di un nuovo inizio per la Nazione, solcata da profonde disuguaglianze.
Aveva chiarito il candidato, ora eletto, durante le prime fasi delle votazioni.