Stando alle ultime notizie di oggi, 22 agosto, una nuova testimonianza avvalorerebbe la pista dello scambio di persona in relazione alla scomparsa della piccola Kata a Firenze: si tratterebbe di quella della nonna paterna della bambina. La donna, che vive e lavora a Pistoia, dove assiste un'anziana, ha rilasciato un'intervista a La Nazione, ripercorrendo gli attimi successivi al rapimento della bimba e facendo riferimento anche allo zio materno, Abel, finito in manette nell'ambito dell'inchiesta parallela riguardante gli affitti abusivi dell'ex hotel Astor di via Maragliano.
Era stato il papà della bambina, per primo, a parlare di un possibile scambio di persona in relazione alla scomparsa di Kata, avvenuta il 10 giugno scorso nel cortile dell'ex hotel Astor, l'edificio occupato in cui la bimba di cinque anni viveva insieme alla famiglia di origine peruviana. Intervistata, anche la nonna paterna della bimba è tornata ora sulla questione, ripercorrendo gli attimi successivi al presunto rapimento.
L'uomo è stato arrestato perché, secondo gli inquirenti, avrebbe partecipato alla violenta aggressione che, appena due settimane prima della scomparsa di Kata, aveva provocato il ferimento grave di un ecuadoregno, gettatosi da una delle finestre al terzo piano dello stabile occupato. Una vicenda che potrebbe essere collegata a quella del rapimento, anche se i familiari della bambina lo escludono.
Il padre, Miguel, negli scorsi giorni è stato ricoverato - e poi dimesso - dopo aver provato a ferirsi con dei cocci di bottiglia, nel corso di una violenta discussione con la moglie.
Lui e la madre di Kata fin dall'inizio sostengono di aver riferito tutto ciò che sanno sul rapimento e di non essere in alcun modo coinvolti. I legali che li sostengono hanno smentito anche le voci riguardanti una presunta telefonata intercorsa tra loro e il nonno della bambina, detenuto in Perù.
Secondo tali voci, l'uomo si sarebbe messo in contatto con il padre di Kata dicendogli che la bambina - dopo essere stata rapita per errore (come ora sostiene anche la nonna) - sarebbe stata portata in Sudamerica. Gli avvocati Filippo Zanasi e Sharon Matteoni in un comunicato ufficiale hanno però fatto sapere che tale chiamata non è mai avvenuta.
Se così fosse, la pista del Perù sarebbe solo una delle tante passate al setaccio dagli inquirenti per cercare la bimba, di cui non si hanno tracce da oltre due mesi. La speranza è che sia viva e che presto, grazie al lavoro degli inquirenti, possa riabbracciare i suoi cari.
Tra congetture, false piste e smentite, però, i contorni della vicenda sembrano sempre meno chiari.