In Romania nella tarda serata di ieri si sono susseguite, a distanza di pochi minuti, due esplosioni in un deposito di bombole di gas a Crevedia, a pochi chilometri da Bucarest. Il bilancio è di un morto e quasi 60 feriti, fra i quali 39 vigili del fuoco che sono stati raggiunti dalla seconda esplosione mentre cercavano di spegnere le fiamme causate dalla prima. Stando alle informazioni fornite dal Ministero degli Affari Interni (MAI) della Romania, in seguito alla prima esplosione si sono registrati 7 feriti con ustioni e 1 morto. La seconda esplosione ha ulteriormente aggravato il bilancio, causando 50 vittime. Tra tutte le vittime, ben 43 fanno parte dei quadri del MAI: si tratta di 39 vigili del fuoco e 4 poliziotti.
Il deposito di bombole apparteneva al figlio del sindaco del comune di Crevedia, Ion Doldurea, membro del Psd, partito di governo. Sono ora in corso le indagini per accertare le cause scatenanti dell'esplosione. Per riuscire quanto prima a fare fronte ai danni dell'esplosione, è stato attivato il Piano di intervento rosso, il quale prevede l'aumento del numero squadre operative mobilitate sul posto, tra cui quelle mediche. Per i cittadini, invece, è stato istituito un perimetro di sicurezza a una distanza di circa 800 metri dal luogo dell'intervento e sono stati evacuati 3000 abitanti.
Durante la notte, 54 persone sono state prontamente ricoverate in diversi reparti delle unità sanitarie e in diversi ospedali della zona. Di queste, dieci in condizioni molto gravi sono state intubate. Inoltre, è stato attivato il Meccanismo Unionale di Protezione Civile, in modo da effettuare il trasferimento dei pazienti gravemente ustionati in centri in grado di trattare questo tipo di ustioni. Quattro pazienti, in condizioni gravissime, sono stati trasportati in Belgio e Italia, poiché sul territorio romeno non è ancora presente un centro per grandi ustionati.