Grandi aspettative su Rolando Mandragora e sulla Fiorentina in questa stagione, un esordio perfetto con rete del centrocampista e vittoria sul campo del Genoa con una ottima prestazione. Poi il pareggio casalingo contro il Lecce dopo essere stata in vantaggio di due gol e la netta sconfitta a Milano contro l'Inter per 4-0 che ha fatto vacillare tutte le certezze. La sosta per le nazionali permetterà quindi di ricalibrarsi per preparare al meglio il ritorno in campo quando al Franchi l'Atalanta di Gasperini, uno scontro diretto per due formazioni che vogliono confermarsi in zona Europa.
Secondo anno in maglia viola per Rolando Mandragora, nella scorsa stagione ha patito la presenza di Sofyane Amrabat che ha rubato la scena anche durante il Mondiale in Qatar. Il marocchino ora è stato ceduto e il ragazzo nato a Napoli ne raccoglie l'eredità in mezzo al campo nel nuovo 4-2-3-1 disegnato da Vincenzo Italiano. Insieme ad Arthur Melo formerà la linea mediana con Maxime Lopez come alternativa del brasiliano arrivata l'ultimo giorno di mercato. Una fiducia che deve essere ricompensata con le prestazioni, la Viola quest'anno non può nascondersi dovendo recitare un ruolo da coprotagonista nella lotta all'Europa.
La scorsa stagione è stato evidente la difficoltà nel trovare continuità per la squadra di Vincenzo Italiano. Grandi prestazioni e poi rovinose cadute che hanno reso il campionato di Serie A una continua altalena a differenza del cammino in Conference League. Come se esistessero due versioni diverse dei viola fra Italia ed Europa con la netta sensazione che sul finire della stagione la testa fosse solamente alla finale di Praga contro il West Ham.
Il tecnico ha quindi chiesto di ripartite dall'identità mostrata andando a completare il percorso di crescita con una maturità che renda la Fiorentina una squadra che si può inserire stabilmente fra le sette sorelle. Fra i giocatori da cui si attende maggiori responsabilità c'è proprio Rolando Mandragora che, ai microfonti di Radio Sportiva, non nega di sognare un ritorno in nazionale dopo le tre convocazioni di Roberto Mancini.