Il Presidente russo Vladimir Putin affossa la possibilità di un cessate il fuoco per accordi diplomatici con l'Ucraina, dedicando alcune parole sulla questione presso il Forum Economico dell'Estremo Oriente a Vladivostok e affermando che non ci saranno momenti di stop alle ostilità fintanto che l'Ucraina proseguirà con la sua controffensiva.
«Non siamo trockisti», ha commentato il numero un della Federazione Russa: «Il movimento è tutto, l'obiettivo finale è niente' rappresenta una cattiva teoria».
Usa il termine «burattinai» il Presidente del Cremlino per rivolgersi alle forze della Casa Bianca che interloquiscono con Kiev. Secondo Mosca, infatti, gli Usa starebbero continuando a spingere l'Ucraina nella sua corsa alla controffensiva, al fine di permettere a Kiev di aver recuperato quanto più terreno possibile prima dell'inizio dei negoziati.
Putin, citato dalla Tass, ha invece sottolineato come sarebbe più opportuno che Washington consigli la revoca del decreto del Presidente Zelensky che vieta le trattative con Mosca:
Parole dure arrivano da Putin anche per quanto riguarda i risultati della controffensiva di Kiev. Secondo il capo del Cremlino le azioni dell'Ucraina da inizio giungo non avrebbero portato «ad alcun risultato». Inoltre, il Presidente russo ha confermato che sono già 71.500 i soldati ucraini caduti nel tentativo di recuperare territori alla Federazione.
Dal canto suo, la Russia, sempre secondo le parole di Putin, può vantare 1.000-1.500 nuovi arruolati al giorno:
Ha detto il Presidente russo.
Vladimir Putin ha parlato anche della sua proposta alla Duma di Stato, che consiste in un disegno di legge per stabilire una nuova giornata nazionale dedicata alla riunificazione con la Russai delle regioni ucraine occupate, quelle di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. Come riferisce l'agenzia Ria Novosti, la giornata individuata sarà il 30 settembre.