In questi giorni L'EuroParlamento si è espresso sulla spinosa questione direttamente al CIO: no ad atleti russi e bielorussi alle Olimpiadi
In questi giorni l'EuroParlamento si è espresso sulla spinosa questione direttamente al Comitato Olimpico Internazionale chiedendo di vietare le Olimpiadi di Parigi 2024 agli atleti russi e bielorussi. Stando a quanto riportato da RaiNews, il Parlamento Europeo ha chiesto CIO e alle federazione sportive di tutto il mondo di "non consentire agli atleti provenienti dalla Bielorussia e dalla Russia di competere ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 o a qualsiasi altro evento sportivo internazionale", chiedendo inoltre che l'Unione Europea si impegni "a consentire il perseguimento penale dei funzionari bielorussi che sono complici del crimine di aggressione, dei crimini di guerra, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di genocidio commessi contro l'Ucraina". Gli ultimi sviluppi di questa vicenda molto dibattuti sono avvenuti nelle ultime giornate, con il Parlamento di Strasburgo che si è espresso votando una risoluzione nei confronti degli atleti provenienti da Russia e Bielorussia. Il mese scorso, sempre su questo argomento, si era mosso il primo ministro ucraino Shmyhal, chiarendo la posizione del suo paese per la partecipazione alle prossime Olimpiadi di Parigi 2024.
"L’Ucraina è determinata, è stata formata una potente coalizione internazionale che comprende 35 Stati. Insieme siamo pronti a boicottare i Giochi olimpici se Russia e Bielorussia saranno autorizzate a partecipare alle competizioni. Ci aspettiamo che il Cio prenda la decisione giusta e rimuova risolutamente l’aggressore dalle Olimpiadi."
A fine marzo 2023, World Athletics e European Games confermarono tramite una dichiarazione ufficiale la loro contrarietà alla presenza di Russia e Bielrussia ai loro eventi sportivi - in programma a giugno e luglio sempre 2023 - affermando che:
"Non c’è alcun cambiamento nella posizione di World Athletics, come delineato dopo la nostra riunione del Consiglio la scorsa settimana. Come ha affermato ieri il Cio, è responsabilità delle rispettive federazioni internazionali di decidere in merito
Se tale argomento è così dibattuto, una della motivazioni è da trovare nella decisione favorevole del Comitato olimpico internazionale affinchè atleti russi e bielorussi possano partecipare alle manifestazioni sportive internazionali. Una decisione che in primis non può che scontentare l'Ucraina stessa, la quale ha fatto sentire il proprio disappunto proprio tramite alcuni suoi celebri atleti. Uno di questi, il campione olimpico di boxe Wladimir Klitschko ha addirittura affermato che Thomas Bach - presidente Comitato olimpico internazionale - serve i colori e gli interessi della Russia. Questa decisione contamina lo spirito olimpico ed è come questa guerra: una sciocchezza. Gli aveva fatto eco Vadim Gutzeit, il quale suoi social aveva affermato che nessun patriota z (rifernedosi al simbolo dei sostenitori della guerra, ndr) entri nelle arene sportive internazionali. Nel dibattito si era schierata - ovviamente - anche la Russia, tramite il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, il quale, all’agenzia di stampa statale Tass aveva detto: Continueremo a difendere gli interessi dei nostri atleti in ogni modo possibile. Queste raccomandazioni sono state caratterizzate come contenenti elementi di discriminazione, il che è inaccettabile. Parole sostenute dal ministro dello sport russo Oleg Matytsin, che una dichiarazione sul canale Telegram del ministero, aveva definito la decisione emanata dal Comitato olimpico internazionale arbitraria e la sua decisione separata riguardante gli sport di squadra è apertamente discriminatoria. Stanislav Pozdnyakov, presidente del Comitato olimpico russo (ROC), sempre tramite Tass, aveva aggiunto che i parametri annunciati sono assolutamente inaccettabili, lo status neutrale una violazione dei diritti umani e le condizioni proposte irragionevoli, legalmente infondate ed eccessive.
Adesso, con la risoluzione votata dal EuroParlamento si attendono nuovi riscontri su questo argomento che sta condizionando le prossime Olimpiadi. E non solo.