Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha affermato che la fine della guerra in Ucraina non arriverà a breve: "Dobbiamo riconoscere che se il Presidente Zelensky e gli ucraini smettono di combattere, il loro Paese non esisterà più" e per avviare un processo di pace è necessario che la Russia deponga le armi. Stoltenberg, inoltre, si è detto certo che l'Ucraina prima o poi entrerà nella Nato, anche e soprattutto per evitare il sorgere di nuovi conflitti: "Quando questa guerra finirà avremo bisogno di garanzie di sicurezza per l'Ucraina, altrimenti la storia potrebbe ripetersi".
Al rafforzamento del potenziale militare della Nato non solo in Ucraina, ma anche nell'Artico, visto da Mosca come una minaccia, la Russia risponderà con una serie di misure, anche preventive, stando alle dichiarazioni dell'ambasciatore russo Nikolai Korchunov:
Nel frattempo, anche per reagire alle "minacce" dell'Occidente, continuano gli incontri e le discussioni tra il leader nordcoreano Kim Jong-un, in visita in Russia, e il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu. I due politici hanno lungamente parlato della cooperazione e degli scambi tra le forze armate dei due Paesi e "si sono scambiati opinioni su questioni relative al continuo rafforzamento dell'interazione tattica e strategica, della cooperazione e degli scambi reciproci", stando a quanto riportato su "Voice of Korea". A distanza, il ministro della Difesa nordcoreano Kang Sun Nam ha "espresso la disponibilità a cercare un'ulteriore rafforzamento della coesione bellica e della cooperazione con l'esercito russo e a difendere in modo affidabile la pace e la stabilità in nella regione e in tutto il mondo".
Dall'altra parte, il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza ucraina, Oleksiy Danilov, nel suo blog su Ukrayinska Pravda, ha commentato con parole dure le modalità operative della Russia, proponendo come antidoto una formula della pace che sia "una formula di armi":
Un funzionario russo insediato nella regione di Donetsk ha riportato che cinque civili sono stati uccisi (nei distretti di Kirov e Kuibyshevskyi) e una donna ferita (a Svetlodarsk) a causa degli intensi bombardamenti ucraini nella regione. Il Donetsk, con altre zone dell'Ucraina orientale, è in parte controllata dai separatisti filorussi dal 2014, ma lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine ha parlato di pesanti combattimenti e un parziale successo delle sue forze nell'ambito della controffensiva ucraina per recuperare le terre occupate dalla Russia.
Anche la Crimea, altro punto nevralgico della guerra, è stata più volte al centro di attacchi da parte di droni ucraini durante la notte. I sistemi di difesa aerea, stando alle dichiarazioni del Ministero della Difesa russo, hanno distrutto due veicoli aerei senza pilota ucraini al largo della costa occidentale della penisola. Successivamente, la difesa aerea russa avrebbe distrutto altri due droni sulle coste orientali della penisola di Crimea. Un altro drone sarebbe stato distrutto nella zona di Mosca intorno all'1:45 ora locale. Non sono stati registrati né danni né vittime nel luogo in cui sono caduti i detriti. Negli aeroporti di Mosca diversi voli hanno subito ritardi.
A Kharkov si sono verificate almeno quattro esplosioni. "I russi stanno bombardando di nuovo Kharkov. Per la seconda volta in 24 ore", ha scritto su Telegram il sindaco di Kharkov Igor Terekhov. Le truppe russe avrebbero lanciato su Kharkov missili balistici S-300. Allo stesso tempo, i canali di Telegram scrivono di esplosioni nella città russa di Belgorod, da dove i russi hanno lanciato i missili contro Kharkov. "Kharkov Life | Kharkov" scrive che dopo il bombardamento le forze armate ucraine sono riuscite a distruggere uno dei lanciatori S-300. Al momento non ci sono conferme ufficiali.