A Canazei sta proseguendo da ormai un paio d’anni una mediazione tra i proprietari di un immobile e le famiglie dei giovani che hanno devastato l’edificio. I danni ammontano ad oltre 130mila euro e gli inquirenti sono riusciti a scoprire la loro identità grazie ad un selfie fatto sul luogo. L’accusa è quella di danneggiamento in concorso e di invasione di terreni ed edifici in concorso, il tutto risalirebbe al periodo dicembre 2020-aprile 2021.
Le ondate pandemiche tra il 2020 e il 2021 (con il covid ancora oggi non debellato) sono state il contorno di una serie di atti vandalici condotti in un’immobile di Canazei da parte di una banda di ragazzi. Gli episodi incriminati sono in tutto tre e coinvolgono ben 17 adolescenti. I giovani, che hanno immaginato la casa come abbandonata, hanno scardinato la porta e distrutto mobili ed arredi lì presenti. La furia ha coinvolto anche oggetti ed elettrodomestici: da un frigorifero gettato dal balcone a piatti e vetri scaraventati contro le pareti. Il tutto è stato documentato tramite smartphone e poi postato sui social, senza però mostrare il volto di nessuno. L’ammontare dei danni complessivo raggiunge la cifra record di 130mila euro, somma calcolata dalla sfortunata coppia di proprietari che scopre il disastro al rientro a casa. Atti vandalici e bravate del genere sono in costante aumento nel territorio italiano, si pensi anche a quelli rivolti ai monumenti del Belpaese: dai casi sempre più numerosi a Firenze agli sfregi sul Colosseo.
Al ritorno dei proprietari dell’immobile è seguita immediatamente una denuncia contro il gruppo di minorenni. La Procura dei minori di Trento ha perciò avviato un procedimento penale e l’identificazione di tutti è avvenuta grazie ad un selfie scattato da uno dei ragazzi e poi condiviso con gli altri compagni di gruppo. Per ora le indagini hanno portato all’esclusione di cinque dei diciassette giovani inizialmente indagati perché estranei ai fatti, per i restanti si è però andati al rinvio a giudizio. La mediazione legale è ora in corso con l’obiettivo, da parte delle famiglie dei giovani, di mantenere pulita la fedina penale dei ragazzi, ma non sarà semplice trovare un accordo economico in grado di soddisfare entrambe le parti.