In Iraq, più precisamente nel distretto di Hamdaniya, poco distante da Mosul, si è verificata una tragedia: nel giro di una manciata di minuti è divampato un grande incendio che ha ucciso 100 invitati e ha ferito almeno altre 150 persone presenti. Le cause del disastro sono ancora da chiarire ma pare che le fiamme siano scoppiate all’interno di un’ampia sala per i ricevimenti, probabilmente a causa dei fuochi d’artificio utilizzati per festeggiare l’evento. Tra le numerose vittime si contano anche i due sposi, appena uniti in matrimonio secondo il rito cristiano.
Sia sui social network e che nei canali delle emittenti locali si ritrovano alcuni video del matrimonio, celebrato secondo i canoni cristiani: questa comunità religiosa è numerosa pur essendo minoritaria rispetto a quella musulmana, nettamente in maggioranza nel paese. Quest’ultima che è stata colpita da numerosi roghi del Corano, che hanno suscitato indignazioni nel paese.
La religione cristiana è però la seconda più diffusa nel paese, ragion per cui i matrimoni come quello fatto non sono di certo un’eccezione. L’analisi dei fotogrammi permette di individuare chiaramente ampie fiamme che fuoriescono dal tetto dell’edificio in cui si stava festeggiando. Il crollo dei pezzi di soffitto infuocati dimostrano come siano bastati solo pochi secondi per far sì che l’intera struttura prendesse fuoco, lasciando poco possibilità di salvezza a quanti erano immersi nei festeggiamenti dell’evento. Senza contare, inoltre, i numerosissimi intossicati dai fumi che hanno attanagliato l’area per diverse ore.
Superstiti e soccorritori hanno cercato di farsi strada tra le rovine dell’edificio in fiamme ma sul posto l’unico strumento immediatamente a disposizione erano le torce dei telefoni. Difficoltoso è stato l’arrivo dei mezzi di soccorso anche a causa delle infrastrutture irachene: gli incidenti stradali sono all’ordine del giorno per mancanza di manutenzione alle strade, oltre che scarse misure di sicurezza stradale.
Al momento sono numerose le persone ricoverate nei vicini ospedali con ampie ustioni in varie parti del corpo, con la concreta possibilità che il bilancio dei morti si aggravi ulteriormente. Sul fatto è intervenuto il primo ministro Mohammed Shia al-Sudani, che ha richiesto un’indagine su quanto accaduto e disposto tutti gli aiuti possibili dal punto di vista medico e sanitario. Sulla stessa scia si è posto Najim al-Jubouri, il governatore provinciale di Ninive, che ha dichiarato come alcuni feriti in gravi condizioni siano stati trasportati in ospedali regionali ma le condizioni di questi, in certi casi, paiono serie e il numero delle vittime potrebbe essere aggiornato.