In Turchia l’attenzione è ancora altissima dopo l’attentato ad Ankara nei giorni scorsi e sono iniziate massicce investigazioni. Nella mattinata odierna le forze di sicurezze turche hanno condotto un’operazione che ha portato all’arresto di 67 persone, tutte sospettate di terrorismo e di essere affiliate al Pkk. Si tratta di un grande blitz a cui hanno partecipato oltre 13mila agenti in ogni angolo del paese.
Il blitz delle Forze dell’Ordine ha visto arresti in tutta la Turchia. 12, tutti sospetti terroristi, sono stati arrestati nelle province di Mersin, Van, Sanliurfa, Mardin e Aydin. Gli altri 55 sono stati fermati da operazioni condotte in tutto in 16 province, lo ha chiarito una nota del ministero dell’Interno.
In merito all’attentato kamikaze ad Ankara, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, riconfermato alle urne nel maggio scorso, ha parlato alla tv di Stato, un discorso già in programma perché la giornata corrispondeva alla riapertura del parlamento dopo la pausa estiva canonica, area distante solo poche centinaia di metri dal luogo dell’esplosione.
Non si è fatta attendere la risposta della Turchia dopo l’attentato kamikaze ad Ankara nei giorni scorsi. All’interno del paese è stata predisposta una massiccia operazione con le forze militari: gli oltre13mila agenti schierati hanno permesso l’arresto di 67 persone considerate vicine al Pkk. Non è mancata però l’azione anche sul fronte estero. La Turchia ha infatti lanciato raid aerei nei confronti del Kurdistan autonomo, con l’intento di distruggere circa 20 obiettivi del Pkk. Il ministero della Difesa turco ha evidenziato come siano stati colpiti rifugi, depositi e grotte e siano stati neutralizzati alcuni agenti del Pkk.