L'addio due anni fa ma è come se Felipe Caicedo non fosse mai andato via dalla Lazio. L'attaccante segue sempre le vicende dei biancocelesti come testimoniano i suoi tweet e i suoi continui saluti con la tifoseria. Dopo l'avventura all'Abha Club in Arabia Saudita è rimasto svincolato e sta dedicando il suo tempo alla famiglia e appunto alla Lazio. E' stato partner di Ciro Immobile che sta vivendo un periodo di difficoltà e ha sfruttato gli assist di Luis Alberto, oggi sempre più leader della formazione di Maurizio Sarri.
In esclusiva per Tag24 abbiamo intervistato Felipe Caicedo, attaccante equadoregno rimasto nel cuore dei tifosi biancocelesti per i suoi gol e il suo affetto all'ambiente. Un ragazzo solare che ha fatto fatica nei primi mesi a Roma per poi esplodere definitivamente fino a far dimenticare la zona Cesarini che è stata ribattezzata zona Caicedo per i suoi gol decisivi nei minuti finali delle partite della Lazio.
Partiamo da Ciro Immobile che sta vivendo un momento di difficoltà fra pochi gol e tante critiche. Può essere ancora il leader della squadra e tornare ad essere l’attaccante che fa più di 20 gol in campionato?
Ho visto che sta attraversando in un momento negativo ma Ciro è un bomber e va aiutato. Durante questi anni con Sarri si è messo a disposizione dei compagni mentre mi sembra che la squadra non giochi molto per lui, quindi, va ancora di più supportato. Vive per il gol e per facilitarlo occorre servirlo maggiormente in area di rigore, la Lazio tende a tenere molto il pallone sulla trequarti ma deve affondare di più. Immobile è un ragazzo che ha sempre segnato almeno venti reti in campionato e quindi è il terminale offensivo più importante che la Lazio ha a disposizione. Ciro non può essere messo in discussione ma gli va portato il massimo rispetto anche in un momento negativo
Se fossi ancora all’interno dello spogliatoio, cosa diresti a Immobile in questo momento?
Quando ci stavo io per fortuna ha attraversato di rado periodi simili. Io come tutti i miei compagni cercavamo di aiutarlo tanto in campo e gli stavamo vicino negli spogliatoi. Avverte davvero tanto la responsabilità della maglia e della fascia da capitano, vuole stare sempre sul pezzo dando il massimo per cui non serve parlare troppo. Fiducia in campo e tutto il resto accade naturalmente
Come ti spieghi questo inizio di stagione con quattro sconfitte in sette partite di campionato?
È dura capire il motivo di questo rendimento, è doloroso per me vedere la squadra così in difficoltà. Mi sembra una squadra che incontra tante difficoltà nel momento in cui bisogna soffrire. Non bisogna però disperare, la Lazio ha grandi margini di miglioramento e quindi sono sicuro che torneremo a vedere la squadra dello scorso anno con grande solidità in difesa e letale in attacco. Affrontare così tante big all’inizio non è mai semplice ma il primo tempo contro il Milan ho visto dei miglioramenti importanti quindi rimango positivo
Kamada e Guendouzi sono due giocatori internazionali che giocano per la prima volta in Italia, te che ci sei passato che consigli daresti?
Non li conosco però gli direi le stesse cose che hanno detto a me quando arrivai a Roma. Devono cercare di ambientarsi il più in fretta possibile e dare tutto per questa maglia. Parliamo di due calciatori molto forti quindi sono ottimista
Qual è l’obiettivo stagionale della Lazio?
Non so dire quale possa essere l’obiettivo stagionale della squadra. Serve una sensibilità che si percepisce solamente dentro lo spogliatoio, posso parlare da tifoso e quindi spero che si possa tornare nuovamente in Champions League dove già adesso può fare un buon cammino. Serve recuperare la propria identità e risultati torneranno
Dopo la partenza di Milinkovic, può diventare ancora più leader in campo e nello spogliatoio Luis Alberto?
Luis Alberto era un leader di questa squadra da diverse stagioni. E’ normale che l’addio di Milinkovic faccia crescere ancora di più le sue responsabilità e mi sembra che non si faccia problemi a prenderle. Ho visto un Mago più maturo, non è mai stato un chiacchierone ma so che è cresciuto molto sotto questo aspetto per aiutare i compagni. Deve continuare così perché è un fenomeno sia come giocatore che come uomo
Ci racconti il tuo rapporto con la tifoseria?
L’affetto della gente per me è più importante dei soldi e dei trofei, rimarrà per sempre. Io sono un ragazzo fortunato perché ho conosciuto le due facce della medaglia a Roma. Il primo anno e mezzo è stato veramente duro perché non riuscivo ad ambientarmi e giocavo poco, davanti avevo il Bomber (Immobile, ndr) che le giocava tutte e segnava tanto. È difficile trovare spazio quando hai uno come Immobile in squadra. Dopo mi sono sbloccato e mi sono trovato benissimo. L’amore con i tifosi è reciproco e rimarrà per sempre nel mio cuore e in quello della mia famiglia che si è trovata benissimo a Roma.