05 Oct, 2023 - 15:53

Cannabis, Tar del Lazio sospende decreto del governo sul commercio del Cbd

Cannabis, Tar del Lazio sospende decreto del governo sul commercio del Cbd

I prodotti a base di Cbd, molecola estratta dalla pianta di canapa, potranno tornare, almeno per il momento, in commercio: lo ha stabilito il Tar del Lazio sospendendo il decreto del governo Meloni sulla cannabis dello scorso agosto.

Alla base del provvedimento c'è una richiesta proveniente da un'associazione di produttori e venditori di canapa. Appuntamento al prossimo 24 ottobre, data in cui i giudici amministrativi entreranno nel merito della questione e daranno il verdetto finale. Fino all'udienza, per effetto della decisione del Tar, il decreto può considerarsi sospeso.

A confermare lo stop al decreto è la stessa associazione Imprenditori Canapa Italia (Ici), che aveva presentato ricorso. Produttori e venditori ponevano la loro lente d'ingrandimento sulla mancata richiesta di un parere al Consiglio superiore della sanità.

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Il ricorso inoltre contesta in via generale la decisione di ricondurre il cannabidiolo tra le sostanze stupefacenti o psicotrope: decisione che si pone in contrasto con la giurisprudenza comunitaria.

Tar del Lazio sospende il "decreto cannabis light", l'associazione degli Imprenditori della canapa: "Danni agli operatori economici"

La battaglia a distanza tra Palazzo Chigi e le associazioni era cominciata a fine agosto 2023. Un decreto del ministero della Salute, pubblicato in Gazzetta ufficiale, collocava il cannabidiolo nella tabella delle sostanze stupefacenti.

L'esecutivo aveva così introdotto norme più restrittive nel commercio dei derivati della cosiddetta "cannabis light", con particolare attenzione alle "composizioni ad uso orale".

Fino ad allora, in Italia venivano venduti diversi tipi di preparati a base di Cbd a uso galenico, in farmacia ma anche nei canapa shop, nelle erboristerie e nei tabaccai. La sostanza impiegata è impiegata per favorire il rilassamento, diminuendo stati di ansia e placando i dolori.

L'associazione Ici, che ha fatto ricorso, pone l'accento sui danni agli operatori economici successivi all'entrata in vigore del decreto. Negli esercizi commerciali si sono registrate ispezioni e accertamenti, in nome della violazione della legge sugli stupefacenti, "ed è stato altresì disposto il sequestro della merce".

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Giuseppe Spagnuolo
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