Dal palco di San Giovanni il segretario generale della Cgil Landini ha rimesso la chiesa laica del sindacato di nuovo al centro del villaggio della sinistra italiana.
Nella manifestazione di ieri, 7 ottobre, il più grande sindacato nazionale ha nuovamente riversato il suo popolo per le strade della capitale, quasi 200mila giurano gli organizzatori. Due cortei pieni che da piazza Partigiani e da Repubblica si sono ricongiunti a San Giovanni in un mare di popolo come non si vedeva da anni.
È un vero proprio manifesto della sinistra quello che Landini ha presentato con il suo discorso, non solo salario minimo e lotta all'evasione, ma come ribadito più volte la "contrarietà a qualsiasi idea di modifica della Costituzione".
Il segnale più evidente di una nuova convergenza sui temi è stata la presenza di alcuni esponenti delle opposizioni, non solo la segretaria del Pd Elly Schlein, accompagnata da alcuni parlamentari. Anche una delegazione dei M5S ha partecipato alla chiamata in piazza della Cgil di Landini.
La segretaria Schlein ha lasciato una piccola dichiarazione a margine per colpa di una disfonia che però non gli ha impedito di rilanciare un'idea di partito democratico più rivolto a sinistra. L'abbraccio tra Landini e Schlein è avvenuto dietro al palco, la segretaria si era unita alla delegazione del Pd e al gruppo dei Giovani democratici all’altezza di Colosseo.
La vera presa di posizione però resta la rivendicazione di un salario minimo che rivoluziona abbastanza l'idea di contrattazione collettiva in cui la Cgil è paladina da sempre.
Negli anni però, come lo stesso Landini ci tiene a specificare, il mondo del lavoro ha subito attacchi alla consistenza del potere contrattuale del lavoratore rendendolo sempre più precario.
La precarietà del lavoratore e la mancanza di tempestività nei rinnovi dei contratti collettivi ha fatto scemare quell'architettura basata su diritti, salario e potere d'acquisto. Da qui il sindacato si augura di combattere questi problemi posizionando un minimo (di salario) da dove poter ripartire nel riscrivere quel patto tra imprese e lavoratori.
Secondo il leader della Cgil non è solo una questione economica ma politico-sociale, per Landini le ultime politiche della destra sono uno scarico di responsabilità del governo nei confronti della classe dei lavoratori.
Il segretario dal palco ha rivendicato più volte l'importanza per il popolo della Cgil nel farsi sentire. Nel portare sul tavolo della politica quel popolo di lavoratori dipendenti che lo stesso Landini rivendica come "quelli che pagano le tasse e che devono essere ascoltati".
Per il la Cgil allora diventa una sfida di un popolo che si è visto erodere il potere d'acquisto conquistato con i diritti. Per colpa anche di un sistema di tassazione che troppo spesso è distratto nei confronti degli autonomi rispetto ai lavoratori dipendenti.
Non solo i problemi interni del nostro paese, Landini alla domanda fatta da alcuni giornalisti a margine della manifestazione sul lancio di razzi di Hamas in territorio israeliano ha ribadito come sia fondamentale condannare l'attacco.