Cosa potrebbe succedere se il conflitto israelo-palestinese si "allargasse"? I rischi di una guerra vera e propria ci sono e le ripercussioni sull'Occidente potrebbero essere anche più serie di quanto molti pensano. Abbiamo parlato con il direttore della rivista Opinio Juris riguardo a quello che può succedere nei prossimi giorni e dell'importanza della mediazione e degli attori che si propongono.
Dal 7 ottobre in tanti si chiedono cosa potrebbe succedere tra Israele e Palestina. Per ora l'unica certezza è l'instabilità dell'area e le continue minacce tra le due parti, una questione che sembra lontana ma in realtà ci tocca da vicino più di quanto non si pensi. A raccontare a TAG24.it i possibili scenari del conflitto è Domenico Nocerino, direttore della rivista di geopolitica e diritto internazionale Opinio Juris.
E' chiaro che quello che sta accadendo in Medioriente non era assolutamente prevedibile anche se alcuni dicono il contrario. Si è trattato di un attacco inaspettato e il rischio è che potrebbero radicalizzarsi alcune posizioni: da una parte c'è chi dice che i palestinesi hanno fatto bene mentre c'è chi parla di atto terroristico. Potrebbero esserci effetti sull'opinione pubblica ma non sullo schierarsi da parte dei governi occidentali dalla parte di Israele. I governi manterranno la linea di appoggio a Israele ma le piazze si spaccheranno.
Hamas rappresenta una minaccia perché loro o qualche movimento affiliato potrebbe colpire posizioni israeliane. Abbiamo visto che è stata aumentata la sicurezza di sinagoghe o ambasciate israeliane. Questo avverrà in tutti gli altri Paesi, questa situazione potrebbe impensierire l'Occidente. In un certo senso siamo già stati colpiti dato che sono morti anche cittadini europei nell'attacco di Hamas del 7 ottobre.
Il governo israeliano è chiamato ad una prova di forza importante. Ci si aspetta una reazione violenta e Netanyahu è quasi obbligato a questa scelta: sarà una reazione violenta e poi si potrà pensare ad una soluzione più pacifica. I cittadini israeliani si aspettano una reazione importante.
La posizione di Turchia e Russia è complessa. Anche qui sono coinvolti alcuni cittadini russi morti durante l'attacco. La Russia denuncia un doppio standard da parte dell'Occidente parlando a cittadini non occidentali. Anche la Turchia gioca un ruolo delicato dato che ha sempre sostenuto la Palestina ma adesso cerca di proporsi come mediatore per questo conflitto.
La guerra tra Israele e Palestina è un tema talmente complesso che non si può dare ragione a nessuna delle parti, la complessità è enorme e ci sono dietro quasi cento anni di storia. L'opinione pubblica si schiera dalla parte d'Israele considerandola l'unica democrazia in Medioriente.