Che cos'è il cyberbullismo: vediamo la definizione e molto altro ancora. Il fenomeno, sempre più ampio e diffuso, è caratterizzato da una serie di azioni violente e intimidatorie nei confronti di una o più vittime. A soffrirne sono migliaia di soggetti in Italia, soprattutto i ragazzini e i più giovani. È importante conoscerlo e contrastarlo, anche perché le conseguenze possono essere molto gravi.
Cyberbullismo: secondo la definizione si tratta della manifestazione di un fenomeno di bullismo che avviene in rete. Generalmente da una parte vi è un bullo o un gruppo di bulli e dall'altra una o più vittime.
Il bullo compie una serie di comportamenti violenti e molesti nei confronti della vittima. Le azioni possono essere verbali, ma anche fisiche. Esso si verifica tramite mezzi tecnologici che permettono all'aggressore di infiltrarsi virtualmente nelle case e negli spazi privati del suo bersaglio.
Lo perseguita con messaggi, email, fotografie, immagini e filmati offensivi inviati tramite smartphone, tablet o computer. A volte questi vengono anche pubblicati su siti web. Si tratta dunque di azioni aggressive e intenzionali che mirano a spaventare ed intimidire una persona, con lo scopo di umiliarla.
Il cyberbullismo avviene attraverso l'utilizzo di strumenti elettronici che vanno dagli sms, alle mail, ai siti web, alle chat rooms fino alle telefonate. Lo scopo del bullo è di provocare dei danni solitamente ad un coetaneo che ritiene incapace di difendersi da queste azioni.
Solamente negli ultimi anni, alla luce del recente sviluppo della tecnologia, si è iniziato a parlare seriamente di cyberbullismo, differenziandolo così dall'ormai noto fenomeno del bullismo che si verifica spesso e volentieri nelle scuole italiane (e non).
Per quanto riguarda il cyberbullismo, sappiamo che possono essere coinvolti ragazzi e adulti di tutto il mondo. I bulli possono essere noti o anonimi. Possono incitare anche altre persone a fare lo stesso. Le aggressioni via internet possono avvenire 24 ore su 24.
Spesso le parole e le frasi rivolte alle vittime sono molto più pesanti perché il bullo si nasconde dietro ad uno schermo e quindi potrebbe avere meno freni. Le conseguenze non si vedono e non si comprendono subito anche perché non si tratta di azioni fisiche e ben visibili.
Secondo una recente ricerca dell'associazione Save the Children, almeno 3 ragazzi su 10 sono testimoni di comportamenti scorretti e violenti in rete. Il 72% degli adolescenti definisce il cyberbullismo uno dei fenomeni sociali più pericolosi del momento, soprattutto per i più giovani.
Le vittime vengono spesso attaccate per il loro orientamento sessuale, per l'aspetto fisico, per le loro relazioni sociali e sentimentali, per il modo di vestire, per la religione, per la lingua o per il proprio pensiero.
Il più delle volte il cyberbullismo diventa un reato e chi lo compie infrange la legge. Ogni governo dovrebbe fortemente combatterlo non solo introducendo una serie di norme che puniscono il bullo responsabile delle aggressioni, ma anche e soprattutto sensibilizzando i ragazzi su questo argomento così importante.
La legge prevede inoltre che il minore che subisce cyberbullismo può chiedere e ottenere la rimozione dei contenuti diffusi in rete che lo vedono come vittima di questo fenomeno. Se entro 48 ore ciò non viene fatto, è possibile rivolgersi al Garante della privacy che interviene direttamente.
Capiamo a questo punto dunque che diverse possono essere le conseguenze, sia per chi commette tali aggressioni (che, come abbiamo detto in precedenza, possono sfociare anche nel reato), sia soprattutto per chi ne è vittima. A differenza del bullismo, il cyberbullismo è un fenomeno meno visibile ma di altrettanta importanza. Negli ultimi anni si è sviluppato più che mai.