La guerra in Ucraina è arrivata al suo 600esimo giorno e per la prima volta il leader della Russia, il presidente Vladimir Putin, apre ad un possibile accordo di pace:
Il presidente Putin ha poi proseguito nelle sue dichiarazioni affermando come siano state le mosse degli Stati Uniti a peggiorare la situazione, di fatto provocando l’escalation. Le ostilità in Donbass, infatti, sarebbero iniziate nel 2014, dopo il colpo di Stato del 2014 in Ucraina, mentre il regime di Kiev ha rifiutato di attuare gli accordi di Minsk.
Nella notte scorsa si sono registrate diverse esplosioni a Dnipro, riportate dai media locali. L’allarme è scattato anche per le regioni di Dnipropetrovsk, Cherkasy, Chernihiv, Kirovohrad, Kharkiv, Poltava e Sumy.
I bombardamenti sono proseguiti anche nel Donetsk, provocando la morte di una donna di 58 anni e un ferito, un giovane di 26 anni. Inoltre, alla flotta russa si sono aggiunte due navi lanciamissili nel Mar Nero, con un potenziale bellico tale da poter lanciare una raffica di 20 missili, anche in questo caso secondo un rapporto di Kiev.
In occasione del 600esimo giorno del conflitto, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha ribadito il bisogno di non disunirsi di fronte all’invasore russo, sottolineando il bisogno di proseguire uniti verso l’obiettivo di piena indipendenza.