Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è in visita a Tel Aviv per incontrare il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Nelle primissime ore dopo l’incontro, ha rilasciato sul social X alcune importanti dichiarazioni riguardo a quanto commesso da Hamas.
Allo stesso modo, il capo della Casa Bianca ha affermato di non aver, in nessun caso, offerto truppe a Israele, nemmeno se fosse Hezbollah ad iniziare la guerra: Non ho offerto truppe a Israele se Hezbollah inizia la guerra.
Il presidente USA prosegue evidenziando come non sia possibile, per paesi che credono nella dignità della vita, lasciar vincere i terroristi, a prescindere dalla religione.
Le ostilità tra Israele e Hamas hanno ripercussioni enormi sulla Striscia di Gaza, rimasta senza cibo e acqua potabile, oltre che carburante ed elettricità. Una situazione tragica che mette in pericolo gran parte della popolazione che popola la Striscia (oltre 2 milioni di persone).
Da più parti si è alzato l’allarme del disastro umanitario nel caso in cui non vi sia immediatamente l’apertura di un corridoio quantomeno per gli aiuti. Sembra essere arrivato nella nottata l’assenso da parte dell’Egitto per la riapertura del valico di Rafah, l’unico punto di contatto con un paese straniero per la Striscia (Israele a parte).
L’Unrwa (l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione) sta aggiornando i dati di ora in ora: al momento stima la presenza di più di 513mila palestinesi all’interno delle strutture ONU disseminate a Gaza.
È notizia di questa mattina l’invio da parte della Russia di 27 tonnellate di aiuti umanitari per la Striscia di Gaza. Lo ha reso noto il ministero delle Emergenze russo mediante una nota:
Parallelamente, pochi minuti prima il ministero della Sanità di Hamas ha diramato i dati sulle vittime a Gaza dall’inizio della guerra. Le stime parlano di 3478 persone uccise e circa 12mila feriti. Israele conta invece 1400 morti, in gran parte dovuti all’incursione del 7 ottobre.
Il bilancio di Gaza si è aggravato ancor di più dopo la notizia del bombardamento dell’ Al-Ahli Arabi Baptist Hospital, con un numero di morti che oscilla tra i 200 e i 500 ma il bilancio in divenire. Ci sono ancora diversi dubbi su chi sia però il colpevole, Israele e Hamas infatti si rimpallano le responsabilità da oltre 24 ore.