Non ha neanche 18 anni ma è cresciuta all'ombra delle grandi. Angela Andreoli, nata a Brescia, da sempre si allena al fianco di un mito come Vanessa Ferrari. Con la Nazionale italiana ha appena conquistato la qualificazione ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 all'ultimo Mondiale di Ginnastica Artistica ad Anversa. La vicecampionessa europea a squadre, anche bronzo al corpo libero nella rassegna continentale di Monaco 2022, ci ha raccontato i suoi sogni e obiettivi. Per commentare i Mondiali di Anversa, Angela Andreoli è intervenuta in esclusiva a Tag24.
Prima il pass per i Mondiali di ginnastica artistica ad Anversa, poi la soddisfazione di raggiungere la qualificazione per le Olimpiadi di Parigi del 2024. Sta per chiudersi un anno intenso per Angela Andreoli, un anno ricco di emozioni e di traguardi raggiunti. Ora però si alza l’asticella, è tempo di puntare ancora più in alto. Lavorerà sodo, Angela, per convincere il tecnico Casella a portarla a Parigi nella spedizione per i Giochi Olimpici. La giovane età è dalla sua parte, avrà in ogni caso la possibilità di giocarsi le sue carte. I passi fatti intanto sono evidenti, quello che sta per chiudersi è stato un po' l’anno della consacrazione. Per commentare i prossimi impegni e i Mondiali di Anversa, Angela Andreoli è intervenuta in esclusiva a Tag24.
Sei reduce da un grande traguardo raggiunto con la qualificazione per l’artistica femminile alle Olimpiadi di Parigi del 2024. Che emozione è stata?
È stata davvero una gioia indescrivibile, fortissima. I Mondiali di Anversa erano i miei primi Mondiali, perché quelli di Liverpool li avevo saltati. La nostra gara è andata molto bene, e non parlo solo di me ma di tutta la squadra e siamo riuscite a raggiungere l’obiettivo che ci eravamo prefissate, ovvero la qualificazione olimpica. È stato tutto molto forte, anche gareggiare con ginnaste di altissimo livello è stato stupendo. Avevo già fatto due Europei, ma trovarsi davanti squadre come l’America o il Brasile è stato incredibile.
Tu ti senti pronta per queste Olimpiadi?
È chiaro che per il prossimo anno saranno fatte delle scelte tecniche, io penserò solo a dare il mio 200%. Poi vedrà il direttore tecnico chi scegliere, chi è pronta e chi meno. Molto dipenderà dalla condizione fisica e da tanti altri fattori. Io in ogni caso darò il massimo per arrivare più pronta possibile alla vigilia delle Olimpiadi, poi è tutto da vedere. Sono ancora giovane, se non saranno le prossime punterò a quelle successive. Sono pronta ad affrontare un lungo percorso nella maniera più bella e intensa possibile. In generale, sia a livello tecnico, sia a livello fisico e mentale, cercherò di fare il massimo.
Qual è la gara che ricordi, per ora con più emozione?
Credo che la soddisfazione più grande, fino a questo momento, della mia carriera, sia arrivata lo scorso anno agli Europei di Monaco. Sono riuscita a vincere l’oro con la squadra e poi ho preso il bronzo individuale a corpo libero. E poi ci sono i Mondiali di Anversa. Queste due gare sono state per me le più belle e le più emozionanti.
Sei molto giovane, ma fai tanti sacrifici per conciliare scuola e sport. Quanta costanza ci vuole per arrivare a questi livelli?
Ci vuole soprattutto tanta determinazione, altrimenti a livelli così altri non ci arrivi. E poi serve passione da parte dell’atleta e così anche i sacrifici pesano meno. L’importante è fare ciò che ti piace nella vita. Se hai un obiettivo in testa tutto viene più naturale.
Siete una squadra, ma alla fine conta l’individualità. Quanta competizione c’è?
Come in ogni ambiente non si va sempre d’accordo con tutti. Siamo ragazze e come succede anche all’interno delle famiglie ogni tanto c’è qualche discussione. Però è bellissimo, perché si è creato un apporto unico tra noi. È chiaro che c’è competizione dal punto di vista tecnico e ginnico, ma è una cosa sana. Contano il percorso e i risultati personali, ma contano soprattutto quelli di squadra. Viviamo insieme tutti i giorni, diventa un rapporto bellissimo.
Tra i quattro attrezzi qual è quello che preferisci?
Il corpo libero è sempre stato il mio attrezzo preferito sin da quando ero piccola. Amavo vederlo e farlo e oggi lo apprezzo ancora di più. Capisco meglio quello che sto facendo e ci metto tutta me stessa. Mi piace anche la trave, ma arriva al secondo posto
Quando hai capito che era lo sport per te?
In realtà ci è voluto del tempo. Da piccolina giocavo a calcio e mi ero ispirata a mio fratello. Poi ho lasciato e guardando una gara di ginnastica in tv ho chiesto di provare questo sport. Mi è piaciuto fin da subito, anche se all’inizio era solo per gioco. Poi piano piano ho iniziato a fare qualche gara, anche internazionale e lì mi sono resa conto che era la mia strada.