Parte idealmente dalla Festa del Cinema di Roma la carriera da regista di Michele Riondino. E, per la sua prima apparizione dall'altra parte della macchina da presa, il 44enne attore tarantino ha scelto un tema difficile, ma che ben conosce per le battaglie politiche che ha portato avanti nella sua vita. Il titolo del film è "Palazzina Laf", che ha iniziato a scrivere sette anni fa a quattro mani con Maurizio Braucci, e propone tutti i racconti, il più delle volte assurdi, raccolti intorno all'Ilva di Taranto e alle incredibili pieghe della burocrazia.
Riondino sottolinea le tante incertezze su un futuro che, sottolinea, non può prevedere l'acciaio.
Oltre allo stesso Riondino, "Palazzina Laf" vede tra i protagonisti anche Elio Germano e Vanessa Scalera e racconta il primo eclatante caso di mobbing in Italia. La palazzina del film è una sorta di spazio punitivo attiguo all'Ilva di Taranto dove i dipendenti, privati totalmente delle proprie mansioni, trascorrono stancamente il tempo fino alle dimissioni, viste a quel punto come una liberazione. Libertà, per il protagonista Caterino La Manna costretto a fare la spia sui colleghi, è invece proprio quel luogo. Quando vi finisce, però, iniziano i veri guai.
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