Sono destinate a far discutere le ultime dichiarazioni di Benjamin Netanyahu, nel commentare la morte di 12 militari durante i combattimenti di ieri a Gaza, in riferimento alla "guerra giusta" di Israele.
Nel manifestare il suo cordoglio alle famiglie dei caduti, il premier israeliano ha aggiunto che si tratterà di "una guerra dura e lunga". Con una promessa al popolo, quella che "porteremo a compimento l'opera" e "continueremo fino alla vittoria".
Anche il ministro della Difesa Yoav Gallant ha commentato l'uccisione dei soldati israeliani, sottolineando il "prezzo elevato" legato ai "risultati significativi dei pesanti combattimenti in profondità nella Striscia di Gaza".
Nel frattempo, per la prima volta dall'intensificazione del conflitto risalente al 7 ottobre, si è finalmente aperto il valico di Rafah, frontiera internazionale tra l'Egitto e la striscia di Gaza.
L'Autorità per i confini e gli attraversamenti di Gaza ha pubblicato un elenco di 500 persone che sono invitate a recarsi al valico con un documento di identità valido. Tra loro spuntano anche i nomi di alcuni italiani. Si tratta di Jacopo Intin del Ciss, Laura Canali, Maya Papotti di Action Against Hunger, Giuditta Brattini di Gazzella Onlus, Stefania Rigotto di Unrwa, Minerva El Nagar, oltre ai palestinesi con residenza italiana Rafif, Sara ed Elias Bolbol.
Un certo numero di palestinesi feriti dovrebbe essere accompagnato in Egitto per le cure necessarie. Le ambulanze sono già entrate dentro Gaza.
Secondo quanto riportato dalla Bbc, come comunicato dalle autorità del Cairo, lasceranno la Striscia di Gaza prima 88 feriti gravi e poi gli stranieri, 500 al giorno.
Circa 7mila i palestinesi con doppia cittadinanza a Gaza. L'Egitto deve approvare l'elenco di tutte le persone pronte a lasciare la Striscia in attesa dall'alto lato del confine prima che possano iniziare a muoversi.