Nella prima serata sportiva di Cusano Italia Tv a ‘Cose di Calcio’ è intervenuto Gianni De Biasi, CT dell’Azerbaigian che dopo aver fatto una panoramica sul Campionato Italiano ha detto la sua sulle differenze che intercorrono tra il modo di allenare di mister Inzaghi e mister Pioli.
Un campionato veramente molto interessante con una certezza. L’Inter. Una squadra tecnicamente e potenzialmente più forte rispetto alle altre. Poi c’è la Juventus che stupisce positivamente perché è una squadra che sta facendo risultati, ma non è ancora arrivata a regime per sviluppare tutto il suo potenziale. Credo che sia una squadra che può recitare un ruolo davvero importante fino alla fine della stagione. Rispetto allo scorso anno, la stagione è più bella perché aperta e avvincente: non c’è una squadra che domina in maniera incredibile e questo rende tutto molto più interessante. Vedo un grande equilibrio in alto, ma per me la squadra favorita è l’Inter.
Il club nerazzurro è riuscito ad aggiungere qualche pezzo interessante, uno tra tutti Thuram. Credo che sia una squadra che due anni fa ha buttato alle ortiche un campionato che poteva giocarselo fino alla fine, per quel periodo che andava da gennaio a marzo più o meno, nel quale pareggiava molto ma non vinceva e, con i tre punti diventa veramente deleterio un percorso di questo genere. Ad oggi, però, credo che sia una squadra che ha tanta qualità e personalità. I giocatori che ha in rosa possono risolvere la partita in qualsiasi momento e, al tempo stesso, mi sembra un gruppo molto coeso e questo è l’aspetto più interessante.
Gianni De Biasi dopo aver messo a confronto l'Inter di questo Campionato con il Napoli dello scorso ha poi proseguito il suo intervento parlando delle differenze tra Simone Inzaghi e Stefano Pioli sulla gestione dei loro ragazzi in questa stagione.
Simone si sta districando bene in un ambiente non facile come quello di Milano, poichè guidare squadre che devono vincere il campionato non è mai così semplice. Credo che tutto sommato stia crescendo giorno per giorno e mi fa piacere il fatto che sia molto sereno e rilassato in conferenza stampa, che riesce a tenere sotto controllo molte situazioni.
Per quanto riguarda Stefano, lui è un allenatore da sempre da quando giocava e ad oggi è una persona che io stimo tantissimo. Anche lui non ha un compito facile, perché la squadra è molto forte e ha anche tanti giovani talenti. Deve riuscire a dare la sua impronta, deve cercare di avere un confronto diretto con tutti. Nell’ultima partita tra Napoli e Milan, ad esempio, Leao si è arrabbiato per la sostituzione. Il comportamento è sbagliato. Il ragazzo deve capire che il suo allenatore, che ha 20 anni più di lui perlomeno, vede le cose un po’ più avanti. Allora, siccome il campionato non finisce dopodomani, ma finisce a giugno io credo che lui sappia bene ciò che fa. Il suo lavoro è dunque attualmente non solo portare grandi risultati ma gestire i giocatori giovani.
Sull’Allegri-bis ci sono spesso tante idee divergenti, tant’è che anche la tifoseria è spesso spaccata in due. Per Gianni De Biasi: Criticare un allenatore è diventato uno sport nazionale, ma solo vivendo lo spogliatoio si riesce a capire le problematiche che si hanno al suo interno. Non sono solo quelle dal punto di vista tecnico, tattico, ma ci sono altre situazioni, e le abbiamo viste anche recentemente. Io credo che Max sia una persona concreta non uno che vende aria fritta. È un allenatore che se può dare uno arriverà sempre intorno all’uno e riesce quasi sempre ad arrivare all’obiettivo, ed è quello che più conta.
Per il CT dell’Azerbaigian il problema principale è un altro: Chi è capace di giudicare il vero valore potenziale delle rose che uno ha a disposizione? Te lo dico io, nessuno, perché è un lavoro che non si sa fare, perché è un lavoro che difficilmente viene valorizzato e però, al tempo stesso, bisogna capire anche che ci sono squadre, tipo il Lecce, che magari arriveranno quintultime, sestultime o quello che sarà e che hanno fatto un campionato strepitoso come se lo avessero vinto. Perché il potenziale che hanno a disposizione è quello di arrivare lì. Se tu arrivi lì sei stato un grande. Il problema principale è che viene esaltato sempre chi arriva primo, chi vince la Champions, chi vince qui, chi vince là. Il lavoro è anche questo, è cercare di ottimizzare al meglio il parco giocatori che uno ha a disposizione.
Confrontando il Campionato Italiano con quello Europeo per il Commissario Tecnico dell’Azerbaigian il livello si è indiscutibilmente alzato rispetto agli anni scorsi.
Il Campionato è migliorato molto, noi siamo sempre stati considerati degli speculatori, ma oggi credo che siamo il terzo campionato dopo Inghilterra e Spagna. Al quarto posto c’è quello della Germania e della Francia, per quello che riguarda valori reali. Io credo che abbiamo qualità, esperienza, siamo capaci a lavorare sui particolari, cosa che altri non fanno.
Dopo l’impresa incredibile che ha portato l’Albania a Francia 2016 e la sfida dell’Azerbaigian è lecito chiedersi come mai nel novero allenatori della Nazionale italiana De Biasi non fosse mai uscito come nome papabile.
Nel 2016 sono stato preso in considerazione dalla Nazionale, tanto è vero che ero convinto di essere io l’allenatore degli azzurri quando invece hanno scelsero Giampiero Ventura. Ero presente anche io, in quel ristretto numero di tecnici che potevano diventare allenatori della nazionale italiana. Ma ho perso all’ultima curva e credo che tutto sommato sia rimasto molto scottato da questo aspetto qui, però non è un problema.
Credo che, ognuno di noi abbia, in cuor suo, delle ambizioni, poi è chiaro che io non ho mai fatto parte di potentati. Potevo entrare in alcune situazioni che mi avrebbero favorito e mi avrebbero spianato la strada professionale, sono sempre stato al di fuori dei giochi di potere, delle varie scuderie, io sono rimasto per conto mio, sono andato avanti con le mie gambe. Lo so, potevo fare delle scelte diverse ma non sono mai voluto scendere a compromessi, sono uno che gli piace essere libero di andare a dormire sereno e non di star sveglio tutta la notte a pensare a cosa ho dovuto fare per....