Una diga in mezzo al campo, un gregario di lusso. Massimo Mutarelli ha iniziato la sua carriera tra i big con la maglia dell’Atalanta prima di vivere due esperienze importantissime a Palermo e Genoa. Il salto di qualità lo ha fatto però approdando alla Lazio. Nella Capitale arriva nel 2006 e presto diventa una pedina fondamentale nello scacchiere di mister Delio Rossi. L’anno successivo però non riesce a ripetersi e nel 2009 passa al Bologna. Il suo passato, quello rossoblù e quello biancoceleste, ieri sera si è scontrato. Per commentare Bologna-Lazio, Mutarelli è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Che a Bologna per la Lazio non sarebbe stato semplice, Sarri se lo era immaginato, ma forse non aveva fatto i conti col cinismo della squadra di Thiago Motta. Meglio i biancocelesti nella prima frazione di gioco, ma Luis Alberto e compagni non riescono a trovare la porta. E allora, all’inizio della ripresa, ci pensa Ferguson a siglare il gol del vantaggio. Finisce 1 a 0, un risultato che consente ai felsinei di continuare a sognare in grande e che riapre uno squarcio in casa Lazio. La squadra di Sarri però non può fermarsi a pensare, davanti ha una settimana importantissima. Martedì in casa ospiterà il Feyenoord ed è chiamata a vincere per continuare a sognare in Champions League e poi domenica prossima c’è il derby. Per commentare l’anticipo di Serie A, Bologna-Lazio, Mutarelli, ex centrocampista che in carriera ha vestito entrambe le maglie, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La Lazio esce sconfitta contro il Bologna, ti aspettavi una partita diversa?
La Lazio ha fatto un buon primo tempo, ha trovato buone trame di gioco ma ha concluso veramente poco. Sicuramente anche per grandi meriti da parte del Bologna che ha sempre chiuso tutti gli spazi ai biancocelesti. Nella ripresa poi è arrivato il gol e a quel punto la squadra di Sarri si è un po' disunita. Non è più riuscita a produrre soluzioni offensive, come fa di solito ed è andata in confusione. Da lì la partita, pian pianino si è spenta, nonostante i cambi fatti dal mister. Di grandissime occasioni non ce ne sono state.
Il Bologna invece ancora una volta in questa stagione si dimostra una grande squadra, all’altezza delle big. Thiago Motta può sognare in grande?
E’ una squadra che mi sta piacendo molto. Sa sempre quello che deve fare. Quando c’è da soffrire, soffrono tutti insieme in modo compatto e appena ne hanno l’occasione attaccano e fanno male all’avversario. Mi sembra che, nonostante tutti i cambi fatti rispetto allo scorso anno, il club sia riuscito a creare quella mentalità giusta. Con tanto lavoro possono provare a dar fastidio a chiunque, restando in alto in questo campionato. È difficile prevedere dove possono arrivare, però fanno cose semplici e le fanno fatte bene. Ieri sera hanno dato una grande prova di forza, non hanno rischiato molto e alla prima occasione sono passati in vantaggio, mantenendolo fino alla fine.
Thiago Motta ha dimostrato di avere un grande carattere e gli sta riuscendo quasi tutto. Dall’altra parte per Sarri quinta sconfitta in 11 giornate, sono un po' troppe. Che ne pensi dei due mister?
Thiago Motta deve solo continuare nel percorso già intrapreso. Sta migliorando giorno dopo giorno e vedo che continua a studiare, inserisce cose nuove. Spesso fa e chiede alla sua squadra cose semplici, ma fatte con convinzione. Sta trasmettendo un messaggio positivo, mi piace molto. Per quel che riguarda Sarri invece devo ammettere che da uno esperto come lui, a volte, mi aspetto qualcosa di diverso. A gara in corso mi pare che non stia riuscendo ad incidere, non cambia la partita. Ieri la Lazio non riusciva a scardinare il Bologna, che era ben messo in campo. Avrebbe dovuto tentare qualcosa di diverso, se necessario anche a livello tattico. Vedo sempre la stessa proposta invece e a volte si rischia di andare a sbattere contro un muro. Visti i giocatori che ha, questa squadra potrebbe e dovrebbe fare qualcosa di più.
Immobile può tornare ad essere una risorsa o rischia di diventare un problema?
Non può assolutamente diventare un problema. Se così fosse vorrebbe dire che c’è una non corretta comunicazione tra giocatore, allenatore e società. Penso invece che siano tutti intelligenti per non far sì che questo accada. È chiaro che uno come lui, che ha sempre giocato, segnando tanto, può avere dei momenti di calo. Deve solo stare tranquillo e capire che quando non è al 100% della forma è più importante subentrare e dare il massimo piuttosto che giocare ogni tre giorni, tutte le partite.
Da ex centrocampista, la Lazio la scorsa estate ha perso solo Milinkovic. Possibile che la sola assenza del Sergente abbia spostato così tanto gli equilibri?
È stato un giocatore molto importante per la Lazio. È capitato spesso che fosse lui a risolverla con un gol o con un assist ed è sicuramente una grossa mancanza. Però non posso pensare che un solo giocatore, con tutto il lavoro settimanale che c’è dietro, non possa essere rimpiazzato. È chiaro che i nuovi che sono arrivati hanno caratteristiche diverse, ma si deve trovare una soluzione per poter fare quello che è stato fatto anche quando c’era Milinkovic. Altrimenti vorrebbe dire sminuire completamente i calciatori che sono arrivati e anche il mister. Se va via un solo giocatore, e crolla tutto, vuol dire che qualcosa non va. Con tutti i meriti indiscutibili che Milinkovic ha avuto in questa squadra.