Quando si parla di calciatori e depressione, ci si addentra in un mondo strano, dove non si pensa che in un castello dorato come quello calcistico si possa soffrire di un disturbo del genere. Patric ha dimostrato che non è così, il centrale della Lazio non ha avuto problemi nel raccontare la sua lotta contro quel demone che ti stringe fino a non farti muovere, riaccendendo i riflettori sulla vicenda.
Un gesto che Sandro Corapi ha ritenuto "coraggioso e da persona matura", con il mental coach che in esclusiva a Tag24 ha voluto parlare di questa correlazione.
Sono in molti a pensare che i calciatori non possano soffrire di depressione. Fanno il lavoro più bello del mondo, guadagnano cifre spropositate, dunque non possono avere disturbi di questo genere. Patric ha dimostrato che non è così: "Ho sofferto di depressione e ho vinto, adesso sono un calciatore e un uomo più forte".
Un gesto "di maturità e crescita personale" spiega Sandro Corapi, in un mondo dove "non tutti riescono ad aprirsi in questo modo".
Perché si ha paura che questo possa minare la propria immagine. Ma così si dimostra una crescita personale importante, mostrandosi molto più maturi rispetto a chi si tiene tutto dentro, senza chiedere aiuto. Il fatto che lui abbia chiesto sostegno è importante, spiega come le figure di miglioramento servono eccome. C’è questa omertà nel mondo del calcio dove hanno paura di aprirsi, pensando di rivolgersi ai professionisti solo se si hanno problema di testa, ma non è così perché chiunque ha alti e bassi nella vita, momenti di confusione e quindi chiedere aiuto ad una figura in grado di dargli strumenti è una cosa assolutamente normale. Bisogna rompere questa omertà, se ci si sente in difficoltà, bisogna chiedere aiuto.
Il problema è proprio di chi governa il calcio. Se sono in primis i vertici a non capire di tutelare i tesserati a 360 gradi, allora tutto diventa più difficile. Se non viene creato uno staff in grado di stare vicino ai calciatori, è chiaro che loro si sentono soli. Non avere il conforto, anche della società stessa, è un problema".
Parlare di calciatori e depressione è un dovere per Sandro Corapi, al netto delle dichiarazioni di Patric. "Bisogna stare attenti a qualsiasi livello" afferma il mental coach, dalla cima del sistema fino alle società.
Io mi batto su questa cosa perché vedo anche molti allenatori che non sanno comunicare, dirigenze insensibili, società che non pensano ad una figura simile come se fosse una cosa in più. Deve esserci un monitoraggio continuo, perché all’interno delle dinamiche di un gruppo c’è il calciatore che è debole emotivamente, e guarda caso è quello che si infortuna più spesso. C’è una forte correlazione tra emotività e infortuni, perché più alta l’emotività più alte le possibilità di farsi male, tipo i giocatori che giocano poco e non si sentono considerati, giocatori che giocano tanto e si sentono sotto stress, giocatori in attesa del rinnovo del contratto e sono tesi, le dinamiche sono tantissime. Ma manca la figura in gradi fare un monitoraggio importante.
La seconda, se gli organi competenti non prendono in considerazione questa dinamica. Bisogna prevenire.