Nelle prime ore di questo pomeriggio sono circolate presunte voci a proposito di un accordo tra Hamas e Israele per quanto riguarda il rilascio di alcuni ostaggi. Nello specifico, si tratterebbe dello scambio di donne e minori palestinesi, ora nelle mani di Israele, con 100 prigionieri nella morsa di Hamas. A riferire l'ipotesi è stato il sito Al-Arabiya, che però non citava le fonti.
La notizia ha seguito di pochi minuti l'appello dell'Unicef al rilascio "immediato e senza condizioni" di tutti i bambini coinvolti, a prescindere dalla parte in cui sono detenuti. Le dichiarazioni arrivano da Catherine Russell, capo dell'agenzia Onu per l'infanzia.
Se da un lato Israele smentisce ogni ipotesi di uno scambio di prigionieri, dall'altra non sembra sentir ragioni riguardo a possibili cessate il fuoco. La situazione a livello internazionale è però sempre più delicata e la Lega Araba chiede a gran voce uno stop ai bombardamenti, non solo tregue umanitarie e lo fa tramite il portavoce dell'organizzazione, Hossam Zaki.
All'interno della Striscia di Gaza la situazione appare sempre più insostenibile ora dopo ora. Le parole di un alto funzionario europeo lo fanno ben comprendere:
Al Jazeera, inoltre, mostra immagini di come siano presi di mira gli sfollati che si stanno dirigendo verso sud, in particolare nei pressi di Wadi Gaza. Il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, ha diramato i dati relativi al numero di morti fino a questo momento.
Si tratta di un conteggio approssimativo considerando le difficoltà in una situazione al limite del collasso, in cui gli aiuti umanitari sono indispensabili per evitare un bilancio ancora più tragico. Sono oltre 11mila i morti, di cui oltre 4mila risultano essere minorenni. A questi si aggiungono circa 2700 minori di cui si sono perse le tracce.
A fronte di questi numeri l'opinione pubblica internazionale comincia a tentennare, ma il premier Benjamin Netanyahu no (anche se internamente appare più a rischio che mai), dichiarando che non accetterà forze internazionali a Gaza.