13 Nov, 2023 - 08:38

Portogallo: il premier Costa si è dimesso per un errore di trascrizione

Portogallo: il premier Costa si è dimesso per un errore di trascrizione

Ha dell'incredibile quanto arriva dal Portogallo: solo pochi giorni fa il premier Antonio Costa si è dimesso per essere finito nel registro degli indagati dal momento che il suo nome sembra essere spuntato all'interno di una più vasta indagine a proposito di corruzione. Le dimissioni hanno portato al voto, indetto per il prossimo 10 marzo 2024.

L'errore è però presto detto: l'intercettazione ascoltata dagli inquirenti, infatti, non si ferma a "Costa" (vale a dire il cognome dell'ormai ex premier) ma prosegue e si aggiunge Silva. Antonio Costa Silva è, dal 2022, ministro dell'Economia e degli Affari marittimi e in Portogallo è conosciuto per essere l'uomo del Pnrr.

Portogallo: il premier Costa si è dimesso per un errore di trascrizione

Nelle perquisizioni condotte delle Forze dell'Ordine, sono stati rinvenuti circa 75mila euro in contanti, nascosti pressoché ovunque, inclusi nelle casse di vino. Parallelamente si sta svolgendo anche l'indagine in relazione alle autorizzazioni concesse a proposito delle miniere di litio, che si trovano nella parte nord del Portogallo.

Qualora ci fosse l'archiviazione di Costa (ministro), il danno d'immagine resterebbe. Al momento delle dimissioni da premier, l'altro Costa ha ribadito di non avere intenzione di ricoprire alcuna carica pubblica in futuro. Fino a pochissimo tempo fa, invece, era il candidato numero uno per la successione a Charles Michel per quanto riguarda la guida del Consiglio europeo.

Elezioni fissate per marzo 2024: si voterà il 10

Il terremoto politico del Portogallo si è poi rivelato essere frutto di un errore, tuttavia il danno è ormai fatto. Le dimissioni del Premier già presentate e la convalida ricevuta dal presidente della Repubblica de Sousa impongono per forza di cose le elezioni anticipate, un passo indietro ora non è più ammissibile. Il prossimo 10 marzo 2024 saranno perciò chiamati al voto circa 10 milioni di aventi diritto, ipotesi che ha messo d'accordo tanto i partiti di destra quanto quelli di sinistra.

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Beatrice Balbinot
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