Il conflitto nella Striscia di Gaza potrebbe essere arrivato a una svolta. L'esercito israeliano è, infatti, entrato nel Parlamento di Gaza, annunciando che Hamas ha perso il controllo della Striscia. Tuttavia, il re di Giordania avverte che, se Israele non cambierà la propria posizione sul territorio, l'intera area mediorientale rischia di essere trascinata in una spirale di distruzione senza fine.
Bandiere israeliane nell'aula del Parlamento di Gaza dove erano soliti riunirsi gli esponenti del governo che controllava la Striscia di Gaza.
È l'immagine diffusa trionfalmente sui social dall'esercito israeliano, che segna quella che, per l'Idf, dovrebbe rappresentare una svolta nel conflitto. Lo sostiene convinto il ministro della Difesa di Israele, Yoav Gallant che, senza mezzi termini, annuncia la cacciata di Hamas dal territorio.
È la foto del giorno. I soldati israeliani della Brigata Golani nel palazzo del Consiglio legislativo di Hamas a Gaza City. pic.twitter.com/jztv2tmGTm
— Marco Fattorini (@MarcoFattorini) November 13, 2023
Una foto per alcuni storica, per altri emblematica delle intenzioni di Israele di rioccupare militarmente Gaza.
Scenario sul quale lancia un avvertimento il re di Giordania Abdullah II, per il quale un'eventuale rioccupazione della Striscia peggiorerà la situazione nell'intera area. In particolare, in un'intervista con il quotidiano britannico The Guardian, Abdullah sottolinea come le violenze che l'esercito israeliano continua a portare avanti in Cisgiordania - e per le quali è già arrivata la condanna sia dell'Onu sia degli Stati Uniti - alimenteranno la spirale di violenza.
Spingendo per la cosiddetta 'soluzione dei due Stati', il re di Giordania attribuisce, infine, a Israele e alla ripetuta privazione di diritti del popolo palestinese la responsabilità principale della crisi in corso.
Intanto, continua a essere aggiornato il numero dei morti negli scontri.
Mentre The Times of Israel riferisce dell'identificazione del corpo di Vivian Silver, pacifista canadese uccisa nell'attacco di Hamas del 7 ottobre, la guerra non risparmia gli operatori internazionali presenti sul territorio per provare ad alleviare le sofferenze della popolazione civile.
Un altro membro della UNRWA, l'agenzia Onu per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente, è rimasto infatti ucciso nella giornata di ieri, insieme a tutta la sua famiglia.
Nel suo rapporto, l'agenzia informa che il numero totale degli operatori deceduti è salito a 102, il numero più alto di membri del personale umanitario uccisi in un conflitto nella storia delle Nazioni Unite.
Ma la guerra a Gaza, come ogni conflitto ormai, ha come posta in gioco non soltanto le ragioni concrete per cui si combatte ma anche l'opinione pubblica, il cui sostegno è vitale quasi quanto gli approvvigionamenti militari.
Israele lo sa bene, come conferma la foto dell'occupazione del Parlamento di Gaza City, e prova a ripulire la propria immagine internazionale, 'macchiata' in particolare, negli ultimi giorni, dall'assedio portato all'ospedale Al-Shifa.
L'Idf (Forze di Difesa Israeliane) hanno, quindi, diffuso un video nel quale vengono mostrate le incubatrici che intendono destinare al nosocomio colpito dagli attacchi e agli altri della città, accompagnato dalle parole di una portavoce che spiega le buone intenzioni israeliane.
We are doing everything we can to minimize harm to civilians, assist in evacuation, and facilitate the transfer of medical supplies and food.
— Israel Defense Forces (@IDF) November 14, 2023
Our war is not with the people of Gaza. pic.twitter.com/YQZVcUmwx4