L'indiscrezione di questo presunto colloquio tra l'ex inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, e Kim Kardashian arriva da un estratto del volume di Jonathan Karl, "Tired of Winning". Il retroscena è datato 2018, anno in cui Kardashian avrebbe incontrato il presidente direttamente nello Studio Ovale. In quella occasione, avrebbe chiesto un favore a proposito della concessione di una grazia. Il leader USA non si sarebbe opposto, chiedendo però un'intercessione in cambio, non accolta.
Kardashian, in seguito, si sarebbe rivolta a lui per una seconda richiesta, una volta chiuso il mandato. La risposta dell'ex leader è però stata piccata: "Diavolo no. Hai votato per Biden e adesso vieni a chiedermi un favore?".
Una risposta che rientrerebbe nelle corde dell'ex presidente degli USA, pertanto non difficile da credere. Ad onor del vero, però, va precisato che non è mai stato dichiarato pubblicamente da Kardashian il suo voto. Il riferimento di Trump è andato probabilmente al post di Joe Biden retwittato, insieme a quello della vice Kamala Harris, poco dopo la vittoria.
In ogni caso, il clima che si percepisce negli USA è già quello di piena campagna elettorale. In questo senso va intesa la presa di posizione di Ammar Moussa, portavoce della campagna di Biden. Egli ha criticato duramente parte del discorso tenuto da Donald Trump nel weekend, insieme a diversi storici e commentatori. Tutti hanno definito le dichiarazioni dell'ex inquilino della Casa Bianca come molto simili al linguaggio inneggiato da certi dittatori del passato.
Trump si è reso protagonista di dichiarazioni sopra le righe in due occasioni. Sia in un post sul suo Truth Social sia in un comizio svolto nel New Hampshire. I due discorsi sono però connessi e il fil rouge è rappresentato dai pericoli interni per la società americana, potenzialmente più distruttivi di quelli esterni.
L'ex leader degli USA poi prosegue direttamente al comizio, tenendo però i medesimi toni. I parassiti in questione sarebbero i democratici:
Alle critiche mosse contro Trump risponde direttamente uno dei portavoce della campagna del Tycoon, Steven Cheung. Egli ribadisce la sicura vittoria del candidato repubblicano alla prossima tornata elettorale. Un'ipotesi di certo non impossibile guardando ai dati degli ultimi sondaggi pubblicati. Il voto è però atteso tra un anno e tutto può ancora cambiare radicalmente.