Stanno facendo discutere le parole di Luiz Inacio Lula da Silva, presidente del Brasile, in merito alla situazione a Gaza. Lula ha, infatti, criticato la rappresaglia israeliana nella Striscia, paragonandone le atrocità a quella compiuta da Hamas il 7 ottobre scorso. Dura la reazione da parte della comunità israeliana in Brasile.
La crisi in Medio Oriente sta diventando, col passare delle settimane, una lente d'ingrandimento attraverso la quale analizzare anche i rapporti diplomatici e i posizionamenti a livello mondiale.
In questo senso, Israele e del suo leader politico Benjamin Netanyahu vedono assottigliarsi il numero dei fiancheggiatori per la gestione della crisi. Oltre all'opposizione interna, guidata da Yair Lapid, aumentano, infatti, anche le voci di dissenso a livello internazionale.
L'ultima a essersi sollevata, in ordine di tempo, è quella del presidente brasiliano Lula. Mentre accoglieva a Brasilia 22 cittadini brasiliani e 10 membri delle loro famiglie evacuati da Gaza, il presidente ha pronunciato un discorso che non mancherà di suscitare dibattiti e polemiche a causa di un paragone esplicito tra le violenze di Hamas e quelle israeliane.
Lula ha fatto riferimento ai bombardamenti e agli attacchi continui che l'esercito di Israele sta portando a strutture civili nella Striscia di Gaza, come l'ospedale Al-Shifa, preso d'assedio negli ultimi giorni, parlando di bombe lanciate su queste strutture con il pretesto di colpire terroristi.
Le parole di Lula non potevano lasciare indifferente la comunità ebraica in Brasile, che ha subito replicato al presidente. La Confederazione israeliana del Brasile non accetta che Israele e Hamas vengano messi "sullo stesso piano" e ha criticato le frasi del presidente, sottolineando gli sforzi "visibili e provati" delle autorità israeliane "per salvare i civili palestinesi".
Per Lula si tratta di una questione da trattare con una certa cautela. Quella ebraica, con i suoi circa 120mila membri, è, infatti, la seconda comunità più grande della regione.