L'Islanda si trova di fronte a un'imminente crisi vulcanica, con l'aumento dell'attività sismica nella penisola di Reykjanes, vicino alla capitale Reykjavik. L'escalation della situazione ha causato preoccupazione a livello nazionale e internazionale, con la premier islandese Katrin Jakobsdottir che sottolinea l'alta probabilità di un'eruzione vulcanica. Cosa sta succedendo adesso al vulcano Fagradalsfjall? Ecco gli ultimi aggiornamenti.
Il governo islandese ha lanciato un'allerta di emergenza, data l'intensificazione dei movimenti sismici e il fenomeno geologico del magma che si accumula sotto la superficie. Le autorità hanno evacuato quasi 4.000 persone dal villaggio di Grindavik, spostandole nei villaggi vicini e nei rifugi di sicurezza, e rendendola una città fantasma, eccetto per il personale di ricerca e soccorso. La regione ha subito danni significativi a causa dell'attività sismica continua. Le squadre sul campo si stanno affannando per riparare le infrastrutture danneggiate e gli edifici.
Le autorità stanno monitorando attentamente la situazione, inclusi i potenziali impatti sullo spazio aereo e la possibile cancellazione dei voli.
Un punto focale della crisi è la centrale geotermica di Svartsengi, situata a breve distanza da Grindavik. Questa centrale è vitale per l'intera penisola di Reykjanes, fornendo energia elettrica e acqua calda. La preoccupazione maggiore è che un'eruzione vulcanica possa danneggiare gravemente questa struttura cruciale. Per mitigare questo rischio, sono in costruzione argini di terra per deviare i possibili flussi di lava.
Secondo l'Ufficio meteorologico islandese (IMO), la situazione è critica, con la possibilità che il magma fuoriesca in superficie con poco preavviso. Le crepe e le voragini formatesi nel terreno sono un chiaro segno della pressione sotterranea. Questa dinamica rende dunque difficile prevedere con precisione il luogo e il momento dell'eruzione.
Un'analisi dettagliata ha permesso però di ottenere una mappa più precisa dell'area a rischio. La zona colorata di viola indica il più alto pericolo, mentre Grindavik si trova in una zona rossa, indicando un rischio leggermente inferiore. Per proteggere la centrale di Svartsengi, come anticipato, si stanno valutando interventi strutturali come una cinta muraria. Basterà?
A ogni modo, il governo islandese, insieme agli esperti vulcanologici, sta lavorando senza sosta per valutare la situazione e implementare misure di sicurezza. L'obiettivo è ridurre al minimo i danni e garantire la sicurezza dei cittadini e delle infrastrutture critiche. La comunità internazionale segue attentamente gli sviluppi, pronta a fornire supporto se necessario.
Nonostante l'aspettativa di un'eruzione effusiva, il pericolo principale non è il magma, ma i gas tossici che potrebbero essere rilasciati. Per gestire questo rischio, è stata introdotta una mappa con tre zone di sicurezza (A, B e C), ognuna con livelli crescenti di pericolo. Nella zona A, l'attenzione è focalizzata sull'attività sismica; la zona B, che include gran parte di Grindavik, è a rischio di eruzione e contaminazione da gas; nella zona C, il pericolo di eruzione e di gas è ancora maggiore.
Le squadre di soccorso stanno conducendo operazioni controllate per aiutare le persone a recuperare i beni dalle loro case abbandonate. Queste missioni sono brevi e strettamente monitorate per garantire la sicurezza di tutti coinvolti.
Leggi anche: Cosa succederebbe se esplodessero i Campi Flegrei?
Jon Baglundsson, portavoce della squadra di soccorso ICE-SAR, ha condiviso che l'affioramento del magma è rilevabile attraverso segnali sismologici. Gli esperti hanno solo un breve preavviso di circa 30 minuti prima dell'eruzione, quindi ogni missione è pianificata con estrema cautela.
Nell'area sono stati registrati circa 200 terremoti, una diminuzione rispetto ai giorni precedenti, ma la situazione rimane critica. Il terreno si sta sollevando e l'attività sismica nella regione di Grindavik è aumentata da metà novembre 2023. Gli esperti prevedono un'eruzione lungo un percorso di 15 chilometri, ma l'incertezza regna sul quando e dove avverrà esattamente. Il rischio di un'eruzione è alto, e il calo dell'attività sismica non implica necessariamente che il peggio sia passato.
La minaccia vulcanica potrebbe causare significativi disagi ai viaggi aerei. Le eruzioni vulcaniche possono rilasciare ceneri nell'atmosfera, danneggiando i motori degli aerei e riducendo la visibilità. L'Islanda ha aumentato l'allerta per l'aviazione a arancione in risposta al rischio di eruzione.
Per mitigare gli effetti di un'eventuale eruzione, le autorità islandesi stanno considerando l'uso dell'acqua per raffreddare e controllare i flussi di lava. Questo metodo è stato già utilizzato con successo in Islanda nel 1973.
L'eruzione del vulcano Eyjafjallajökull nel 2010 causò la paralisi del traffico aereo in Europa per oltre una settimana. Attualmente, non è chiaro dove e quando il magma emergerà, ma si ritiene che l'area più a rischio sia vicino a Hagafell, nel territorio di Svartsengi. Questo solleva preoccupazioni per la sicurezza di Grindavik.