28 Nov, 2023 - 15:33

Tesla contro la Svezia, battaglia legale in corso: ecco perchè

Tesla contro la Svezia, battaglia legale in corso: ecco perchè

La grande casa di auto elettriche di Elon Musk, la famosissima Tesla, ha intentato una causa contro la Svezia. Al momento nel Paese c'è una battaglia in corso che riguarda (anche) i diritti dei lavoratori. Battaglia che vede al centro proprio Tesla, grande azienda contro cui proprio i sindacati locali si stanno schierando. Ma che cosa sta succedendo esattamente? E come mai si parla di questa battaglia legale?

Tesla contro la Svezia: le accuse della società

Lunedì scorso, il 27 novembre 2023, Tesla ha citato in giudizio la Svezia. O meglio, ha citato in giudizio lo Stato svedese attraverso l'Agenzia dei trasporti svedese". Il motivo è presto detto. Ormai da qualche tempo, diversi membri dei sindacati locali si sono rifiutati e si rifiutano di prestare determinati servizi (come quello di consegnare nuove targhe) all'azienda. In questo modo le impediscono, di fatto, di continuare a vendere auto all'interno del Paese.

Così, Tesla, arrabbiata per tale comportamento, si è rivolta ai giudici. Il tribunale distrettuale di Norrköping, a stretto gito, ha stabilito che alla società dovrà essere permesso di non sottostare ad alcune regole in vigore nella nazione e avere, di conseguenza, la possibilità di ritirare le targhe in autonomia. In questo modo il commercio e il mercato delle vetture elettriche non dovrebbero essere bloccati.

Dall’altro lato, sappiamo che, da questo momento in poi, l’Agenzia dei trasporti svedese ha 14 giorni per dire la propria e rispondere a tale sentenza. Nel frattempo comunque le accuse che i sindacati muovono nei confronti della società fondata dall’ormai multimilionario Elon Musk sono molto pesanti.

Secondo i lavoratori, rappresentati da diverse sigle sindacali, Tesla non rispetterebbe le regole del lavoro vigenti in Svezia. Le manifestazioni e le proteste sono ormai partite diverse settimane fa e, mano a mano, la mobilitazione si è diffusa sempre di più. È iniziata dai meccanici delle officine ed è arrivata a coinvolgere addirittura i portuali.

La battaglia dei sindacati contro Tesla

I difensori dei lavoratori svedesi descrivono questa loro battaglia contro il colosso delle automobili elettriche come una "questione esistenziale", da affrontare e risolvere il prima possibile per proteggere il mercato del lavoro. Secondo i sindacati, Tesla non rispetterebbe una serie di regole importanti e necessarie.

In ogni caso ricordiamo comunque che in Svezia non esistono delle leggi che definiscono i diritti dei lavoratori come – giusto per fare un esempio attuale – quello del salario minimo. Tuttavia il 90% dei lavoratori e delle lavoratrici è coperto da un contratto collettivo. Questo, nello specifico, regola tutti i rapporti e tutte le relazioni tra i datori di lavoro e i loro dipendenti. Tale documento ufficiale, statale e pubblico determina i salari, gli orari di lavoro, le pensioni, le agevolazioni e via dicendo.

Il problema è che Tesla si è rifiutata di sottoscrivere un contratto collettivo con i suoi meccanici. E ciò ha mandato su tutte le furie i vertici sindacali. La paura è che, così facendo, l'azienda che produce automobili elettriche che vengono vendute in tutto il mondo, possa creare un precedente e permettere in futuro a qualche altra società di comportarsi in ugual modo.

Così molti addetti del settore dei trasporti, in accordo con i sindacati svedesi, hanno deciso, ad esempio, di non scaricare più le merci di Tesla nei propri porti nazionali. Tommy Wreeth, presidente del sindacato dei lavoratori dei trasporti, ha riferito:

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Qua è in gioco tutto il sistema. Ecco perché tutti i sindacati svedesi considerano questa battaglia cruciale.

Ma non è finita qui. La società di auto elettriche ha smesso, come dicevamo prima, di ricevere anche le nuove targhe. Questo perché il sindacato svedese che rappresenta i lavoratori e le lavoratrici delle Poste, il Seko, si è unito allo sciopero nazionale contro l'azienda di Elon Musk il 20 novembre scorso.

Il portavoce di Seko ha riferito pubblicamente che i suoi membri non avrebbero più consegnato posta, pacchi e bancali all'azienda fino a quando questa non avesse firmato il contratto collettivo con i meccanici automobilistici.

Subito è arrivata la risposta della società, che ha fatto causa anche al servizio postale che opera nei paesi nordici PostNord. Insomma, sembra che questo scontro sia destinato a durare a lungo. La battaglia iniziata dai sindacati contro il colosso automobilistico si è trasformata in una causa legale da parte di quest'ultimo.

Le proteste si stanno allargando inoltre ogni giorno di più. Sono tantissimi lavoratori e le lavoratrici che si stanno mostrando solidali con i meccanici. Ad esempio, risultano esserci addetti delle pulizie che si rifiutano di pulire gli showroom di Tesla, elettricisti che non riparano le colonnine di ricarica della società e appunto portuali che non scaricano le merci dell'azienda all'interno dei porti.

Ognuno sembra comunque andare dritto verso la propria strada. Veli-Pekka Säikkälä, segretario nazionale per la contrattazione dell'If Metall, ha affermato:

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Prendiamo atto che Tesla ha scelto di percorrere la strada più lunga, avviando un'azione legale. C'è un modo semplice e veloce per risolvere questa situazione, ed è quello di firmare un contratto collettivo. Non appena Tesla lo farà, il conflitto finirà.

Non è la prima volta che Tesla finisce al centro di una bufera. A settembre scorso l'azienda è stata portata in tribunale accusata di razzismo e molestie negli stabilimenti della California. Nell'aprile 2023 invece era stata mossa una class action.

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Giorgia Belfiore
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