Pedro Sanchez dedica parte della prima intervista del suo terzo governo di fila all'Italia, e addita quello di Roma come un governo di "estrema destra". Il premier spagnolo ha spiegato il proprio punto di vista alla tv pubblica Rtve.
L'osservazione del leader del Psoe è legata alle elezioni spagnole del 23 luglio, al termine delle quali lui stesso si era detto "sicuro" di governare il Paese. In quel frangente, sottolinea Sanchez, "abbiamo salvato una sorta di match point molto importante".
A supporto della sua tesi, il socialista cita alcuni esempi di governi di destra saliti al potere in alcuni Paesi del mondo nell'ultimo anno.
A questo punto Sanchez pone enfasi sull'avanzata di "governi reazionari", che "mettono in discussione" capisaldi come "la partecipazione delle donne nella vita politica, economica e sociale o che banalizzano l'emergenza climatica, che è uno dei principali problemi che ha l'umanità, non solo la Spagna".
Sanchez rivendica in particolare di aver frenato le destre rappresentate dal Partito popolare e da Vox. In caso di vittoria di queste ultime, sarebbero potuti nascere tentativi di alleanza tra i partiti di centrodestra parte del Partito popolare europeo.
Parole che hanno destato la replica del vicepremier Antonio Tajani, anche vicepresidente del Ppe, che in un messaggio sul suo profilo X ha ribattuto che a Madrid, al contrario, "governa l'estrema sinistra", che in Italia è stata invece "sconfitta".
Il premier, vittorioso dopo la fiducia ottenuta dal Parlamento lo scorso 16 novembre, ha proseguito la sua intervista spiegando di aver cambiato idea sull'amnistia agli indipendentisti catalani. Il segretario generale del Psoe aveva infatti promesso un'amnistia per i leader separatisti della Catalogna, in cambio dell'appoggio elettorale degli stessi indipendentisti.
Sanchez conclude proclamando di aver "preso una buona decisione": tutte le scelte, spiega, "saranno nel rispetto della Costituzione spagnola".