Il premier israeliano Benjamin Netanyahu non cede di un millimetro e riprende i toni bellicosi sospesi (per poco tempo) a causa della tregua con Hamas. In una conferenza stampa trasmessa a reti unificate, Netanyahu continua a ripetere i suoi due obiettivi in questa guerra contro il gruppo terroristico palestinese: "Libereremo tutti gli ostaggi e distruggeremo Hamas".
Dal suo discorso non traspare alcun interesse nel riprendere i fili della trattativa diplomatica con le milizie militari palestinesi, preoccupando anche i suoi alleati statunitensi.
Il discorso del primo ministro israeliano, annunciato nel primo pomeriggio di oggi 2 dicembre, era molto atteso, specie venendo dopo la sanguinosa fine della tregua che per una settimana aveva consentito lo scambio di prigionieri ed ostaggi fra Hamas ed Israele.
L'intenzione di Netanyahu era quella di mostrarsi ad un'opinione pubblica, quella israeliana, che da inizio ottobre ha criticato le falle d'intelligence e militari che hanno portato Hamas ad attaccare i territori israeliani e al rapimento di un centinaio di persone. Non discostandosi da quello che andava dicendo anche durante la tregua, il premier israeliano ha affermato:
Sono due gli obiettivi: la liberazione di tutti quegli ostaggi che Hamas tiene ancora prigionieri e la distruzione totale del gruppo terroristico. Nonostante i ripetuti moniti da parte degli Stati Uniti, a Netanyahu sembra interessare poco che nel processo migliaia di cittadini palestinesi siano rimasti senza casa o cibo o che ci siano state molte vittime civili.
Secondo fonti israeliane, dietro le quinte molti funzionari statunitensi avrebbero detto alle controparti israeliane che una guerra lunga e distruttiva porterebbe gli Stati Uniti a "rallentare" il loro sostegno ad Israele.
Riguardo gli ostaggi ecco le parole del premier israeliano:
Perseguendo la propria strategia di allontanare il più possibile i processi in cui è implicato e le critiche popolari per la gestione della guerra, Netanyahu respinge come fantasiose le voci secondo le quali l'intelligence israeliana (militare e civile) avrebbe sottovalutato volontariamente i segnali che indicavano un possibile attacco di Hamas:
Questo è un tema molto sensibile per gran parte della popolazione, persuasa per anni che le forze militari israeliane fossero in controllo della situazione ai propri confini. Al premier israeliano non interessano né i sondaggi in caduta libera né le storie su come Israele avrebbe potuto distruggere in passato Hamas:
Infine, un passaggio sull'alleanza con gli Stati Uniti, che Netanyahu giudica così: