L'amore per lo sport e per il ciclismo uniti alla determinazione di un ragazzo giovane e pieno di ambizioni. Parte da qui la storia di Claudio Chiappucci, soprannominato El Diablo, per la capacità di superare anche i propri limiti. Tanti anni di gregariato e delusioni, fino a diventare professionista nel 1985. Capace di vincere, in carriera, una Milano-Sanremo, due Giri del Piemonte, tre tappe al Tour de France e una al Giro d'Italia. Restano memorabili le sue sfide con Indurain. Per commentare lo stato del ciclismo italiano e la scelta di Pogacar, che sarà nuovamente al Giro, Chiappucci, noto tifoso juventino, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Proprio in questi giorni, quando siamo arrivati ormai alla fine dell'anno solare, Tadej Pogacar ha ufficializzato il suo calendario per la prossima stagione, sorprendendo tutti con la decisione di partecipare anche al Giro d'Italia. Lo sloveno resta l'uomo da battere, il favorito, e proverà a fare doppietta con il Giro e il Tour. All'orizzonte però ci sono altri nomi importanti, che si stanno preparando al massimo per rubargli lo scettro. Tanto il lavoro da fare invece per gli italiani, ancora un passo indietro rispetto ai grandi nomi presenti attualmente sul panorama mondiale. Per commentare lo stato del ciclismo italiano e la scelta di Pogacar, che sarà nuovamente al Giro, Chiappucci, ex corridore e noto tifoso juventino, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Pogacar sarà al Giro: che notizia è per la corsa rosa e per l’Italia in generale?
"Per la corsa rosa è un punto di riferimento, anche perchè a parte Van Aert in qualche tappa, lui resta il numero uno in classifica, non ha assolutamente rivali. Per l'Italia invece ha un significato diverso. Non possiamo concentrarci sugli stranieri, questo Paese ha bisogno di un italiano e lo stiamo cercando. Siamo a metà strada tra quello che è stato il passato del ciclismo italiano e il futuro, e anche se siamo ancora abbastanza lontani, ci sono tanti nomi importanti all'orizzonte. Bisogna saperli far emergere e anche questo non è facile".
Proverà a fare doppietta Giro-Tour, ultimo a riuscirci Marco Pantani nel 1998: è un progetto affascinante, può farcela?
"Dobbiamo considerare lo stato del ciclismo moderno e soprattutti i rivali attuali. Se guardiamo a questo credo sinceramente che Pogacar possa farcela. Oggi sta tutto al discorso della programmazione e se ha deciso di fare questo, all'ultimo momento, vuol dire che, al di là della richiesta forte del Giro, a cui serviva un personaggio rappresentativo e che mancava e visto che anche il Tour parte dall'Italia, saprà sicuramente fare bene. Il Giro vorrà vincerlo, ma uno come lui punta senza alcun dubbio al Tour".
È ancora possibile nel ciclismo di oggi pensare a questa accoppiata, con le preparazioni scientifiche e l’alta competitività?
"Non credo che in questo momento ci sia una competitività molto alta, perché quelli che sono candidati a vincere i grandi Giri sono davvero pochi. C'è una folta schiera di seconde linee, ma chi troviamo davanti sono sempre gli stessi. I nomi che girano sono questi e l'unico punto interrogativo è su Evenepoel che non ha le capacità totali degli altri, è leggermente indietro. Può sfruttare la rivalità dei primi tre e ovviamente mi riferisco a Pogacar, Vingegaard e Roglic, ma sulle salite è un pò indietro. Con le preparazioni attuali riescono sicuramente a programmare molto meglio una parte di stagione, perché ricordiamo che non fanno più tutte le stagioni".
Hai parlato anche del movimento italiano. Cosa si aspetta dal prossimo Giro e dalle classiche di primavera, soprattutto per i nostri ragazzi: dobbiamo aspettarci qualche spunto?
"Il finale di stagione ci ha dato due nomi abbastanza importanti da tenere in considerazione per il nostro Paese. Mi riferisco a Tiberi per la corsa a tappe e a Bagioli che ha già vinto il Giro del Piemonte. Sono i nomi più altisonanti, quelli usciti in grande rispetto agli altri. Questo però deve essere un anno di conferma ed è arrivato il momento di dimostrare che hanno le capacità e possono tener fede a quello che hanno fatto vedere in questo finale di stagione. Arrivano da situazioni differenti e complicate ma hanno sicuramente talento. Tutto sta a vedere dove saranno collocati nel ciclismo mondiale, difficile immaginarli nell'alta gamma, ma possono essere nomi di buon rilievo, sia nelle corse a tappe che nelle corse in linea. Per il resto c'è ancora tanto da lavorare. Ci sono tanti giovani e tanti nomi, ma ancora troppo poco nel concreto".
Negli ultimi anni stiamo sfornando talenti per la pista, cosa ci manca per trovare qualche nuovo volto che possa far bene su strada soprattutto nei grandi giri?
"Per quel che riguarda i grandi Giri siamo ancora ben lontani, mentre la corsa di giorno è più facile. Una tipologia di competizione molto più aperta a tanti. Per la corsa a tappe servono tante energie sia fisiche che mentali. Bisogna rimanere concentrati dall'inizio alla fine e non è per niente semplice. Nel ciclismo moderno conta molto anche avere una squadra di un certo livello e molte Infatti sono formate da corridori che sono gregari, per modo di dire, ma che potrebbero essere leader in altre squadre".
Ti rubo ancora qualche istante per parlare anche di calcio, perché so che sei un grande tifoso juventino. Come vedi questa lotta scudetto con l'Inter?
"Siamo partiti veramente dal nulla quest'anno, senza coppe europee e senza un'idea chiara di che stagione sarebbe stata. La Juventus ha una squadra piuttosto rifatta e rimaneggiata, ma adesso deve puntare per forza al campionato. La squadra di Allegri sta facendo un gran bene. È chiaro che siamo ancora in Coppa Italia e anche quello deve essere un obiettivo stagionale, ma lo scudetto è il primo obiettivo. I bianconeri stanno tenendo un passo molto regolare e possono davvero dire la propria in tutto il campionato. Ci sono molti giocatori giovani, che nei tempi d'oro di questo club non sarebbero mai stati titolari, e mi auguro solo che possano prendere grossa consapevolezza da questo e continuare a crescere. Parlo da ex sportivo, questi calciatori devono sapere in che club stanno giocando".
I tifosi juventini si dividono sempre molto sulla figura di Allegri: tra chi lo difende per i risultati e chi vorrebbe un gioco più entusiasmante. Tu da che parte stai?
"Allegri mi è sempre piaciuto molto, ha un carattere straordinario, perfetto per fare l'allenatore. Come succede spesso però, dopo tanti anni, si rompe qualcosa e credo che a questo punto ci sarebbe bisogno di una ventata di aria nuova. Non sono contro il mister, ma dopo tanto tempo sarebbe ora di rinnovare. Ci sono tanti buoni allenatori all'orizzonte e la Juventus deve pensare già al futuro, al post Allegri, anche per avere nuovi stimoli".