Continuano a far discutere e lo faranno ancora per qualche tempo le frasi decisamente dure del presidente di Cuba Miguel Diaz-Canel nei confronti di Israele, "Stato terrorista" che starebbe compiendo "un genocidio" a Gaza. Il dibattito è molto acceso soprattutto sui social network, tra chi sostiene le opinioni di Diaz-Canel e chi le critica, contestando la mancanza di libertà nell'isola cubana.
Un intervento molto duro, che sta scatenando reazioni globali altrettanto forti.
Da ieri, i social sono attraversati da un'ondata di affermazioni, opinioni, approfondimenti e immancabili insulti, a seguito delle dichiarazioni del presidente cubano Miguel Diaz-Canel sulla guerra in corso nella Striscia di Gaza.
Particolarmente nutrita la schiera dei 'contestatori' delle parole di Diaz che, sostanzialmente, accusano Cuba di essere una dittatura a tutti gli effetti e di non poter, quindi puntare il dito contro il presunto terrorismo di Israele.
Quella di Cuba è una dittatura feroce e oppressiva con gli indici tra i più bassi al mondo di democrazia (149esima su 167) e libertà di stampa (172esima su 180).
— Marco Setaccioli (@marsetac) December 28, 2023
Ci sono pile di rapporti di varie ONG che denunciano lo stato catastrofico delle condizioni dei cubani in termini… https://t.co/R56sHaltro
In questo senso, in molti individuano un filo che unisce Cuba e Hamas, paragonando i miliziani al governo dell'isola caraibica accusato, dunque, di terrorismo.
Perché non mi sorprende che Cuba parteggi per Hamas?
— Giuseppe Pezzotti ?️ (@lecagot61) December 27, 2023
In una dinamica tipica dei social media, il dibattito finisce con il riguardare le analisi e le opinioni sulla realtà cubana, dimenticando quasi totalmente la crisi di Gaza che aveva dato origine al discorso.
Chissà perché quasi mezzo milione di cubani ha deciso di andare a fare il barbone in USA e nessun americano il povero a Cuba
— ᖴᖇᗩᑎᑕEᔕᑕO ᗪE ᗷEᑎEᗪETTI ???? ????? (@FrancescoDeBen8) December 28, 2023
Su, dài, ancora con questa storia del meraviglioso socialismo cubano
Un ruolo centrale lo gioca anche il calendario, con una ricorrenza molto importante e ormai prossima: il 65mo anniversario della rivoluzione cubana, che sarà celebrato nel 2024.
C'è, dunque, chi da un lato sottolinea le limitazioni della libertà vissute a Cuba.
LIBERI. Miseria infame, ce ne vuole di coraggio. Non hanno libertà di parola, di movimento, di protesta. Internet è pesantemente censurata. Ma perpiacere.
— Andre the libertarian (@ProGunAndre) December 27, 2023
E c'è, dall'altro, chi denuncia la difficile situazione economica del Paese, che comunque resiste, nonostante l'embargo imposto all'isola dagli Stati Uniti nel 1962.
Cuba ha scelto di non diventare una colonia USA e sta pagando anni di embargo, vivendo una situazione così dura che pochi sopporterebbero. La maggioranza di quelli che la criticano non può capire perché non ha la stessa dignità e disposizione a pagare il prezzo per essere liberi.
— yeny (@yenisey74) December 27, 2023