09 Jan, 2024 - 13:16

Acca Larentia, cos'è e dove si trova? Storia della strage avvenuta il 7 gennaio 1978

Acca Larentia, cos'è e dove si trova? Storia della strage avvenuta il 7 gennaio 1978

Cos'è Acca Larentia e dove si trova? Il nome indica una via nel quartiere Tuscolano di Roma.

Questo luogo è salito agli onori della cronaca in relazione al terribile agguato che portò alla morte di Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, due giovani attivisti di destra legati al Fronte della Gioventù. La stampa ribattezzò immediatamente il tragico evento nella "Strage di Acca Larentia".

Il duplice assassinio avvenne il 7 gennaio 1978 per mano di un gruppo armato di ideologia di estrema sinistra. Come conseguenza del brutale omicidio, nella zona si accesero numerosi scontri durante una manifestazione di protesta.

Negli scontri vennero coinvolte le forze dell'ordine impegnate a ristabilire la calma. Purtroppo ci fu una terza vittima: Stefano Recchioni, anch'egli giovane attivista di destra.

Cos'è Acca Larentia: origine del nome

Via Acca Larentia è una strada del quartiere Tuscolano di Roma, situata nella periferia est della Capitale.

Il nome riprende un personaggio della mitologia romana. Secondo la leggenda si tratterebbe di una donna di umilissima estrazione sociale, che sposò un facoltoso nobile di origine etrusca.

Rimasta vedova, la donna donò l'intera ricchezza avuta in eredità ai più bisognosi del popolo romano. Alla sua morte venne istituita una cerimonia annuale di commemorazione nel mese di dicembre presso il suo sepolcro.

Nell'opinione comune moderna il nome di Acca Larentia rievoca però la terribile strage del 1978. In quella via sorgeva infatti la sede del Movimento Socialista Italiano, davanti a cui due giovani attivisti politici di destra vennero uccisi da un gruppo di ideologia di sinistra.

Storia della strage del 7 gennaio 1978

Erano le 18:20 del 7 gennaio 1978 quando cinque attivisti di destra stavano uscendo dalla sede del Movimento Socialista Italiano con l'intento di pubblicizzare un concerto degli Amici del Vento, un gruppo di musica alternativa di destra.

I cinque vennero sorpresi da un gruppo armato affiliato all'estrema sinistra. Gli attentatori esplosero diversi colpi di arma da fuoco. Franco Bigonzetti, ventenne studente al primo anno della facoltà di Medicina e Chirurgia perse la vita sul colpo.

Vincenzo Segneri seppur gravemente ferito ad un braccio riuscì a cercare riparo all'interno della sede del partito. Altre due persone, il responsabile dei comitati di quartiere Maurizio Lupini e lo studente Giuseppe D'Audino, uscirono illesi dalla sparatoria.

I due riuscirono a chiudere dietro di loro la porta blindata della sede del Movimento, evitando così i successivi colpi.

Il 19enne Francesco Ciavatta cercò di fuggire in direzione di una scalinata. Gli assalitori lo avrebbero inseguito e giustiziato con colpi di arma da fuoco alla schiena.

La notizia dell'uccisione del giovane Francesco fu talmente sconvolgente per suo padre che, qualche giorno dopo, decise di suicidarsi nella propria abitazione ingerendo acido muriatico.

I tafferugli e la terza vittima 

La notizia della strage si sparse velocemente soprattutto all'interno dell'ambiente studentesco. In pochissimo tempo un gruppo di attivisti raggiunse il luogo del duplice omicidio mettendo in atto un'accesa manifestazione di protesta.

Nacquero tafferugli con le troupe giornalistiche della RAI arrivate a testimoniare l'accaduto. Non è chiaro se gli scontri si siano accesi per il maldestro gesto di un giornalista che avrebbe spento un mozzicone di sigaretta proprio su una traccia di sangue di una delle due vittime.

Le forze dell'ordine intervennero per sedare gli animi, con l'intento di disperdere la folla con lacrimogeni.

Pare tuttavia che vennero esplosi anche colpi d'arma da fuoco a scopo intimidatorio. Uno di questi provocò il ferimento di Stefano Recchioni, giovane appartenente alla sezione di Colle Oppio.

Il ragazzo morì dopo due giorni di agonia in ospedale. Ancora oggi, a distanza di 46 anni, non c'è una ricostruzione precisa della vicenda e di conseguenza non è possibile attribuire la responsabilità della morte di questa terza vittima.

La Strage di Acca Larentia venne poco dopo rivendicata, attraverso il ritrovamento di una cassetta audio, dai Nuclei Armati per il Contropotere Territoriale, un'organizzazione terroristica di estrema sinistra.

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Valentina Todaro
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