Sul corpo di Francesco Bacchi, il 20enne morto al culmine di una rissa scoppiata in discoteca a Balestrate, a Palermo, sono stati trovati tre gravi traumi: al torace, al collo e alla testa. Lo ha stabilito l'autopsia eseguita nel pomeriggio di ieri, 18 gennaio, presso l'istituto di Medicina legale del Policlino di Palermo, dove la salma del giovane era stata portata subito dopo i fatti e messa a disposizione dell'autorità giudiziaria.
Per stabilire quale dei tre colpi sia stato quello fatale - un dettaglio non da poco conto nella formulazione delle accuse - bisognerà attendere ulteriori accertamenti. Le alternative sono due: Francesco Bacchi potrebbe essere morto a causa dei traumi derivati dai calci e dai pugni ricevuti nelle vicinanze della discoteca Medusa di Balestrate, oppure a causa della violenta caduta che ne è conseguita.
Al giovane fermato per il suo omicidio, Andrea Cangemi, di 20 anni, il gip di Palermo, Claudio Bencevinni, accogliendo l'istanza presentata dal suo legale difensore, l'avvocato Bartolomeo Parrino, ha concesso gli arresti domiciliari, "poiché, tenuto conto della giovane età e del suo stato di incensuratezza, la sua reazione, per quanto sproporzionata, non può ritenersi del tutto gratuita".
A pesare sulla sua decisione, il filmato di una telecamera di sorveglianza installata nei pressi del locale, che avrebbe ripreso per intero l'aggressione. Nelle immagini, mostrate in aula, si vedrebbe Bacchi colpire Cangemi con due pugni e quest'ultimo reagire sferrandogli un calcio al torace - il primo di altri -, facendolo cadere a terra.
Al termine dell'esame autoptico la salma del 20enne è stata restituita alla famiglia per le esequie, che si terranno nella giornata di oggi, 19 gennaio, in forma privata. Il questore di Palermo ha infatti vietato, per motivi di ordine pubblico e di sicurezza, i funerali pubblici.
Sembra che sarà presente, tra gli altri, il padre Benedetto Ninì Bacchi, noto a Palermo con il soprannome di "re delle scommesse", condannato a 13 anni e 9 mesi di reclusione al termine del processo seguito all'inchiesta denominata "Game over". Nell'attendere l'arrivo del feretro a Partinico, in centinaia tra amici, conoscenti e parenti, ieri si sono presentati davanti piazza Municipio con magliette e striscioni in memoria del figlio ucciso.
La sua vicenda ha seguito di qualche settimana quella del 22enne Rosolino Celesia, freddato a colpi di pistola al culmine di una discussione scoppiata nei pressi della discoteca Notr3 di Palermo. Per il suo omicidio sono stati arrestati due fratelli di 17 e 22 anni.
Sembra che la vittima li conoscesse, per via di precedenti dissapori. A sparargli, temendo che si scagliasse contro il fratello maggiore, sarebbe stato il minorenne, che ora è accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.
Entrambi sono stati trasferiti in carcere, mentre gli inquirenti cercano di dare una risposta ai tanti interrogativi ancora aperti. Bisognerà capire, tra le altre cose, quale sia stato il reale movente del delitto e se il 17enne fermato abbia raccontato la verità.
"La mamma e i due ragazzi sono molto dispiaciuti per quanto successo", aveva fatto sapere il legale che difende lui e suo fratello, l'avvocato Vanila Amoroso, convinto che si sia trattato di legittima difesa. Sembra che appena una decina di giorni prima si fossero picchiati e che Celesia avesse aggredito il più grande colpendolo con una bottiglia di vetro.
Il minore, spaventato, avrebbe quindi deciso di armarsi acquistando una pistola al mercato di Ballarò. Quella che poi avrebbe usato per uccidere.