Shinji Aoba è stato condannato a morte in Giappone. Nel 2019, il 45enne appiccò il fuoco agli studi della Kyoto Animation Studio, la compagnia di produzione di anime nella quale lavorava. Il rogo, nel quale perirono 36 persone e altre 34 rimasero ferite, è considerato l'incendio doloso più drammatico nella storia recente del Paese nipponico. Il processo si è concentrato sulla capacità di intendere e di volere dell'indagato, che si è sempre dichiarato colpevole.
Il 18 luglio 2019, Shinji Aoba diede fuoco agli studi della Kyoto Animation, una delle compagnie più rinomate in Giappone per la produzione di anime. Sulla base di quanto sostenuto dall'accusa, il responsabile del rogo aveva agito spinto dal desiderio di rivalsa convinto che la compagnia per cui lavorava gli avesse rubato alcuni romanzi, "rubati" durante un concorso aziendale.
Nell'incendio morirono 36 persone e altre 34 rimasero ferite. La tragedia, uno degli episodi più drammatici degli ultimi decenni in Giappone, sconvolse profondamente la società nipponica. In tutto il mondo, gli appassionati di anime si unirono al lutto dei familiari.
Aoba rimase gravemente ustionato nel rogo da lui appiccato e passò 10 mesi in ospedale prima di poter essere trasferito in carcere. L'unico responsabile dell'incendio si presentò alla prima udienza su una sedia rotelle. La difesa ha sempre sostenuto che l'uomo non fosse penalmete perseguibile in quanto incapace di intendere e di volere.
Il Tribunale di Kyoto ha però respinto la tesi dei difensori dell'imputato e ha emesso ieri, dopo undici udienze, una sentenza definitiva di condanna a morte. L'uomo è stato infatti ritenuto mentalmente in grado di affrontare le conseguenze penali per il crimine commesso. Una condanna che arriva a poche ore dall'esecuzione capitale di Kenneth Smith nello stato dell’Alabama.