Shinji Aoba, chi è l'uomo di 45 anni condannato a morte dal tribunale giapponese. Egli, considerato responsabile di una vera e propria strage, verrà giustiziato. Nel 2019 aveva appiccato il fuoco nel famoso studio di animazione Kyoto Animation, provocando la morte di 36 persone.
Oggi, giovedì 24 gennaio 2024, direttamente dal Giappone, è arrivata la notizia della condanna a morte di Shinji Aoba. L’uomo, di origine asiatiche, secondo quanto riferito dall'emittente pubblica Nhk, si è reso responsabile del peggior omicidio di massa avvenuto nel Paese in circa 20 anni.
Il tribunale distrettuale di Kyoto, nell’ovest del Giappone, ha dichiarato colpevole l'imputato, il quale si trovava processo per omicidio e incendio colposo per il tragico fatto avvenuto il 18 luglio 2019.
Secondo quanto riferito, pare che egli abbia dei problemi mentali. Risulta inoltre essere residente a Saitama, località a 480 km da Kyoto.
Alle autorità e agli agenti di Polizia, l'uomo aveva riferito che il suo lavoro era stato plagiato e dunque aveva deciso di utilizzare la benzina per dare fuoco all'edificio della Kyoto Animation durante l'estate del 2019.
All’interno della struttura di tre piani però, proprio in quel momento, si trovavano decine e decine di persone al lavoro. Le fiamme provocate dal 45enne giapponese poi si erano rapidamente diffuse. Molti di loro purtroppo non avevano avuto il tempo di scappare.
A morire in quell'incendio furono 36 persone, dipendenti della società. Tra queste c’era anche una giovane donna di 21 anni. I feriti, tra gravi e meno gravi, furono almeno 32.
Riguardo a tale tragico atto e la morte di queste vittime, oggi il giudice giapponese Keisuke Masuda che ha presieduto la Corte, ha parlato di un delitto veramente atroce e disumano.
Masuda inoltre ha descritto il modo in cui le fiamme e il fumo nel 2019 hanno completamente avvolto l'edificio, provocando il decesso di molte persone lì presenti. Una morte definita troppo seria e tragica.
Aoba, quando ancora risultava essere imputata nel processo che aveva preso il via dopo la strage, aveva sostenuto che non si aspettava che sarebbero morte così tante persone nell'incendio da lui provocato.
A dicembre scorso, durante un'udienza in tribunale, aveva inoltre dichiarato:
Anche lui stesso era rimasto gravemente ustionato nell'incendio, motivo per il quale era stato operato più volte. Ai vari processi infatti si è sempre presentato su una sedia a rotelle.
Ma come mai l'uomo ha compiuto questo gesto così estremo? Secondo quanto riferito dai testimoni, egli, quella mattina di luglio del 2019, intorno alle 10.30 è entrato negli uffici della società di animazione giapponese e ha iniziato versare benzina in giro e sui lavoratori.
Nel frattempo gridava Morite!. Poi ha iniziato a dare fuoco a tutto ed è scappato. La sua fuga comunque è durata pochissimo perché l'uomo è crollato per strada e la Polizia lo ha messo in manette.
Shinji Aoba, che all'epoca dei fatti aveva 41 anni, voleva vendicarsi perché convinto che la società gli avesse rubato un'idea per una sceneggiatura. Le sue parole tuttavia sono state categoricamente smentite dai vertici dell'azienda.
Gli inquirenti inoltre, già diverso tempo fa, avevano definito le dichiarazioni dell'imputato deliranti. Era stato proprio lui a confessare di aver appiccato l'incendio, accusando lo studio di plagio.
La notizia della sua condanna a morte oggi ha fatto il giro del mondo ed è arrivata anche in Italia. Il Giappone, assieme agli Stati Uniti d’America, è uno dei pochissimi paesi democratici che pratica ancora la pena di morte.
Nella Nazione nipponica viene eseguita tramite impiccagione. I cittadini e le cittadine sembrano essere in gran parte favorevoli a tale pratica, la quale rimane invece assolutamente vietata in Paesi come il nostro.
L’ultima esecuzione risale al 2022. Aoba si va così ad aggiungere alle circa centinaia di persone che in questo momento si trovano nel braccio della morte. Non è chiaro quando egli verrà giustiziato ma la condanna arrivata questa mattina parla chiaro.
L'attacco incendiario alla Kyoto Animation è stato uno degli eventi che più ha sconvolto l'opinione pubblica nipponica in questo secolo.