Contro ogni forma d'odio e, soprattutto, contro l'indifferenza portatrice di tragedie, si riunisce oggi la sessione del Parlamento europeo dedicata alla celebrazione della Giornata internazionale della memoria dell’Olocausto 2024. A presiederla, la presidente Roberta Metsola che ha ricordato le origini dell'orrore della Shoah e gli 'anticorpi' che la società deve sviluppare e rafforzare affinché non si ripeta.
La memoria, se non è d'esempio o ammonimento, è una scatola vuota.
Sembra tenerlo bene a mente la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, nel suo discorso con cui inaugura la sessione dedicata alla Giornata internazionale della memoria dell’Olocausto, che si celebrerà il 27 gennaio.
Soprattutto in un periodo segnato da un preoccupante rigurgito antisemita - una "barbarie", per usare le parole del regista Steven Spielberg - favorito dalla guerra nella Striscia di Gaza, che ha portato a nuovi, ignobili episodi di intolleranza verso gli ebrei.
Metsola ricorda, dunque, le vittime - i sei milioni di ebrei, rom, comunità Lgbt e molti altri - per poi andare all'origine di quel Male, alla sua causa e alle colpe degli esseri umani che l'hanno praticato, prima tra tutte la paura e l'odio per ogni diversità.
Ma sarebbe troppo riduttivo accusare solamente coloro che si macchiarono di quei delitti. La portata terribile della Shoah chiama in causa le responsabilità di moltissimi altri che rimasero in silenzio e non fecero nulla per intervenire.
Quegli "indifferenti" odiati da Antonio Gramsci, accusati di "parassitismo" e "vigliaccheria", diventano il bersaglio anche della presidente Metsola.
La conclusione del suo discorso, quindi, la vede "orgogliosa" di un Parlamento che non è "luogo di indifferenza", ma ammonisce sul fatto che il lavoro da fare sia lungi dall'essere concluso e molti sono gli sforzi da compiere contro l'odio e la discriminazione dilaganti.