25 Jan, 2024 - 17:14

Russia, condannata a 27 anni Daria Trepova, responsabile dell'attentato a San Pietroburgo

Russia, condannata a 27 anni Daria Trepova, responsabile dell'attentato a San Pietroburgo

Daria Trepova, 26 anni, è stata condannata a 27 anni di reclusione in una colonia penale, con l'accusa di essere lei la responsabile dell'attentato che nell'aprile 2023 uccise il blogger militare Tatarsky, a San Pietroburgo.

Un tribunale della stessa città ha inoltre accusato la donna di aver agito su istigazione ucraina e di "possesso illegale di ordigni esplosivi da parte di un gruppo organizzato". La condanna di Trepova è una delle più lunghe mai inflitte in Russia ad una donna.

Russia, Daria Trepova condanna a 27 anni di reclusione: quali sono le accuse

L'attentato che coinvolse e uccise il blogger pro-Russia Vladen Tatarsky (il cui vero nome era Maxim Fomin) aveva causato grave imbarazzo in Russia: nonostante la pretesa delle autorità russe che il proprio paese fosse sicuro, un ordigno esplosivo contenuto in una statuetta era stato consegnato allo stesso blogger in un bar, causando la sua morte ed il ferimento di altre 30 persone.

Un attentato, quindi, arrivato fino alle porte di casa e che metteva in serio dubbio la promessa di sicurezza rivolta ai propri cittadini da Vladimir Putin. Oggi 25 gennaio un tribunale di San Pietroburgo ha risposto a chi si chiedeva chi fosse l'autrice dietro l'attentato: Daria Trepova, 26 anni, cittadina russa contraria alla guerra in Ucraina.

Il tribunale l'ha accusata di "atto terroristico compiuto da un gruppo organizzato che ha provocato la morte intenzionale" e di "possesso illegale di ordigni esplosivi da parte di un gruppo organizzato". Dietro Trepova gli investigatori russi hanno sempre asserito che ci fosse l'Ucraina, cosa che dal paese interessato non è stata mai confermata o smentita.

Trepova non ha mai affermato di non aver commesso il fatto, ma di essere stata incastrata. La ragazza ha sempre parlato di un uomo di nazionalità ucraina, col nome in codice "Gestalt", che l'avrebbe contattata per far consegnare a Tatarsky una statuetta: "Gestalt" avrebbe più volte assicurato a Trepova che non fosse una bomba, ma un dispositivo per intercettazioni.

Al tribunale di San Pietroburgo la 26enne ha detto:

virgolette
Provo un grande dolore e vergogna per il fatto che la mia creduloneria e la mia ingenuità abbiano portato a conseguenze così catastrofiche. Non volevo ferire nessuno.

Trepova ha ricevuto anche una multa di 800mila rubli. La morte di Tatarsky aveva colpito l'opinione pubblica russa, grazie al suo seguito costruito in anni di copertura mediatica sulle attività delle milizie filorusse in Ucraina.

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Pasquale Narciso
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