Operazione nel Mar Rosso, il ministro degli Esteri Antonio Tajani chiarisce le ragioni alla base della partecipazione nostro paese alla Missione Aspides, la missione Ue volta a garantire la stabilità e la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso e lungo il Canale di Suez.
Tajani ha ribadito ancora una volta la necessità di garantire la sicurezza delle navi, difendendole dagli attacchi degli Houti. Proprio questa mattina il quotidiano "La Repubblica" ha pubblicato un'intervista
ad uno dei leader dell'organizzazione yemenita in cui quest'ultimo lancia un avvertimento all'Italia: "se ci aggredite diventerete un bersaglio". Dichiarazioni preoccupanti che rispecchiano il delicato equilibrio geopolitico in quel lembo di mare.
L'Italia è tra le nazioni che partecipano all'operazione Ue nel Mar Rosso, chiamata "Aspides" che significa "scudo", perchè l'obiettivo è difensivo, ovvero, proteggere i mercantili in transito lungo il canale di Suez.
ha spiegato il titolare della Farnesina che poi ha sottolineato la natura difensiva di Aspides che
Il ministro Tajani infine ha ringraziato le forze armate italiane all'estero per il loro prezioso lavoro.
Il ministro degli Esteri ha accolto stamattina l'arrivo alla Spezia della Nave Vulcano della Marina Militare, salpata nei giorni scorsi dal porto di Al Arish, in Egitto, con a bordo 60 palestinesi, di cui 20 minori che necessitano di cure mediche specialistiche e rispettivi accompagnatori.
L'arrivo della nave Vulcano rientra nell'ambito di una più ampia operazione per l'assistenza e la cura di minori palestinesi feriti, con relativi accompagnatori, presso gli ospedali Bambin Gesù di Roma, Gaslini di Genova, Meyer di Firenze, Rizzoli di Bologna, Pediatrico Buzzi e Ortopedico Pini di Milano.
Nei giorni scorsi una missione coordinata dall'Unità di Crisi della Farnesina, insieme a personale dell'ambasciata al Cairo, della Difesa, dell'intelligence, del ministero della Salute, del ministero dell'Interno e delle strutture ospedaliere coinvolte, aveva avviato presso il valico di Rafah la preparazione, in stretto contatto con le sedi diplomatiche di Tel Aviv e Gerusalemme, delle misure di evacuazione dei feriti.