Corruzione e traffico di influenze illecite: questi i reati contestati, a vario titolo, a due imprenditori, un avvocato e un ex dirigente pubblico. Agli arresti domiciliari, eseguiti dalla Guardia di Finanza di Roma coordinata dalla Procura, è finito anche Gabriele Visco, figlio dell'ex ministro delle Finanze Vincenzo, che fine a qualche tempo fa lavorava in Invitalia. I militari della Polizia Valutaria hanno eseguito anche un sequestro preventivo di 230mila euro.
Le indagini della Procura hanno permesso di ipotizzare un sistema "diffuso e consolidato" di relazioni illecite. L'ex dirigente pubblico- ossia Gabriele Visco-grazie all'attività di mediazione dell'imprenditore romano, avrebbe pilotato un bando di gara del valore di oltre 4 milioni di euro in cambio di soldi e altre "utilità".
La società che si è aggiudicata il bando sarebbe riconducibile a un determinato costruttore: una persona a lui vicina sarebbe stata poi segnalata, sempre dallo stesso Visco, per un'assunzione presso una partecipata pubblica.
Ma non solo. Stando alle verifiche, sarebbe inoltre venuta alla luce un altro episodio di corruzione. L'ex dirigente avrebbe affidato un incarico di consulenza (per un importo di 230mila euro) presso l'ente in cui era impiegato a un avvocato di sua conoscenza. Intascando così parte dei compensi fatturati dal legale, per prestazioni in realtà mai effettuate.
Lo scorso 18 gennaio sono state arrestate 4 persone a Brescia sempre per i reati di corruzione e appalti truccati per il valore di 12 milioni di euro.