In Iran è stato condannato uno zio della giovane Mahsa Amini – la 22enne curda la cui morte nel 2022 aveva scatenato ampie proteste in tutto il mondo – ad oltre 5 anni di reclusione in carcere. L’uomo, di 30 anni, è ritenuto colpevole di opinioni critiche e di propaganda anti governativa che, secondo le accuse, avrebbero messo in pericolo la sicurezza nazionale.
Ad annunciare la condanna del giovane zio di Mahsa Amini da parte delle autorità iraniane sono stati ieri alcuni gruppi di difesa dei diritti umani. La notizia ha subito iniziato a circolare a livello internazionale ha suscitato scalpore ed indignazione.
Tutti noi oggi conosciamo il nome di Mahsa, la 22enne iraniana morta mentre era in custodia presso la Polizia morale nel 2022. Una morte avvenuta in circostanze decisamente misteriose, che aveva scatenato una serie di proteste di manifestazioni in sua difesa e in difesa di tutte le donne iraniane, che da anni vedono calpestati i loro diritti.
Il giovane Safa Aeli, di 30 anni, ora è chiamato ad osservare una pena di 5 anni e 4 mesi di prigione. A stabilire la condanna sono stati i membri del Tribunale rivoluzionario della città di Saqez, nel nord-ovest dell'Iran, da cui proviene la famiglia.
A fornire questa notizia sono stati Hengaw e l'agenzia Human Rights Activists News Agency (Hrana). Proprio quest'ultima, citando l'avvocato della famiglia, il legale Saleh Nikbakht, ha fatto sapere inoltre che parte di tale pena è stata sospesa.
Nello specifico ha affermato che lo zio della 22enne dovrà scontare complessivamente in prigione 3 anni e 6 mesi.
Le accuse che sono state mosse nei confronti di Safa Aeli includono la partecipazione a manifestazioni per compromettere la sicurezza interna, la diffusione di propaganda antigovernativa e insulti alla Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei.
Insomma, secondo quanto stabilito dal tribunale, lo zio della giovane ragazza curda morta nel settembre del 2022 mentre era in custodia presso la Polizia morale avrebbe compiuto una serie di azioni al fine di compromettere la sicurezza nazionale e ribaltare l'attuale governo iraniano.
Ma come mai è stata decisa questa condanna per lo zio di Mahsa? Secondo quanto riferito, egli ha preso parte ad alcune manifestazioni contro il regime che ci sono state proprio in Iran. Durante uno di questi eventi era stato bloccato dalle Forze dell'ordine locali.
Era stato portato in caserma e trattenuto. Gli agenti lo avevano poi rilasciato dopo il pagamento di una cauzione. Poi nella giornata di ieri, martedì 13 febbraio 2024, è arrivata la condanna da parte del Tribunale rivoluzionario di Saqquez.
Le autorità iraniane hanno stabilito inoltre che il 30enne non potrà lasciare il Paese per i prossimi due anni. Sarà inoltre obbligato a scrivere la biografia di un membro del Basij, una forza paramilitare locale, ucciso proprio durante una protesta.
La giovane ragazza curda fu arrestata il 13 settembre del 2022 dalla Polizia a Teheran. È finita in manette a causa della mancata osservanza città della legge sull'obbligo del velo, la quale costringe tutte le donne del Paese a coprirsi il capo con l’hijab.
Secondo quanto riferito dai gruppi internazionali umanitari, lei quel giorno lo indossava in un modo non corretto, facendo uscire dal velo una ciocca di capelli. Dopo l'arresto, la ragazza è finita in coma ed è morta tre giorni dopo, il 16 settembre.
La scomparsa è avvenuta in circostanze misteriose proprio all'interno della stazione di Polizia. Testimoni oculari affermarono che la giovane sarebbe stata picchiata. Il suo cadavere avrebbe presentato delle ferite riconducibili ad un pestaggio.
Gli agenti però dall'altra parte hanno continuato a riferire che lei è morta in seguito ad un infarto. Le dichiarazioni non hanno mai convinto la comunità internazionale, convinta invece che lei sarebbe stata uccisa per l'inosservanza dell'obbligo del velo.
La sua morte aveva provocato proteste in Iran e in tutto il mondo e ha acceso i riflettori sul tema dei diritti delle donne iraniane che non vengono rispettati.