Il Cremlino risponde alle accuse dell’ Occidente sulle sue eventuali responsabilità per la morte del dissidente Alexsei Navalny, deceduto lo scorso 16 febbraio in circostanze ancora da chiarire - o indeterminate come spiegato dalle autorità russe alla madre del 49enne – mentre era detenuto in un carcere russo in Siberia per scontare una condanna a 19 anni di carcere.
La replica arriva dal portavoce del Cremlino Dmitri Peskov che ha, inoltre, chiarito che le indagini sulla morte del principale oppositore di Vladimir Putin non sono di competenza dell'amministrazione presidenziale bollando come volgari le accuse dell’Occidente.
Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, interviene a difesa del Governo contro le accuse per la morte di Alexsei Navalny e attacca l’Occidente.
Le indagini sulla morte di Alexei Navalny, ha spiegato Peskov "non sono competenza dell'amministrazione presidenziale sottolineando poi che il Cremlino non è coinvolto. Peskov fa, poi, sapere che il Cremlno ritiene inammissibili le volgari accuse degli occidentali. Come riportato da Ria Novosti, il portavoce di Putin ha sottolineato che occorre attendere che i risultati delle di indagini sulla morte del dissidente russo siano rese pubbliche prima di poter esprimere giudizi.
Intanto questa mattina è stata resa nota la decisione degli inquirenti russi di prolungare le indagini sulla morte di Navalny. Non si conoscono i tempi degli accertamenti a cui sono legate anche le tempistiche per il consegna del corpo del 49enne alla famiglia. Oggi per l’ennesima volta in tre giorni è stato negato alla madre di Navalny di poter vedere il corpo del figlio che si troverebbe secondo quanto dichiarato dalle autorità russe presso l’obitorio dell’ospedale.
Oggi - 19 febbraio, la moglie di Navalny, Yulia ha annunciato in un video che presto sveleranno il motivo per cui "Putin ha ucciso Alexsei tre giorni fa".