"Non solo colpevole, non c'entro niente". Queste le parole urlate ai giornalisti da Mohamed Gaaloul al suo arrivo in tribunale a Modena, dove è in corso il processo di primo grado che lo vede imputato per l'omicidio di Alice Neri, la giovane mamma di Ravarino trovata morta carbonizzata nel bagagliaio della sua auto a Fossa di Concordia, nel Modenese, il 18 novembre 2022. A riportarle è l'Ansa.
Nel corso della prima udienza del processo, tenutasi lo scorso 7 febbraio, l'avvocato difensore di Mohamed Gaaloul, Roberto Ghini, aveva sollevato l'eccezione su alcuni degli atti contenuti nel fascicolo del dibattimento - incluso l'interrogatorio del suo assistito -, chiedendone lo stralcio e incontrando la ferma opposizione dell'accusa e delle parti civili (oltre al marito, alla figlia e ai genitori della vittima, anche le associazioni Udi Modena e Casa delle donne contro la violenza Odv).
Ma aveva anche annunciato che - in vista dell'udienza odierna - avrebbe chiesto tre nuove perizie: l'esame di alcuni frammenti ossei e di un un circuito elettronico trovati nei pressi dell'auto in cui fu rinvenuto il corpo di Alice Neri e un nuovo accertamento sulla modalità in cui la stessa fu data alle fiamme.
Così ha fatto. Sulla sua richiesta i giudici si erano invece riservati di decidere e dovranno esprimersi oggi. Nell'aprire l'udienza il presidente Ester Russo si è rivolta direttamente all'imputato, invitandolo a raccontare la propria verità. Il 30enne è accusato di omicidio volontario e di distruzione di cadavere: secondo la Procura avrebbe accoltellato e dato alle fiamme la 32enne di Ravarino dopo un tentativo di stupro.
Fin dall'inizio si proclama innocente. Mentre veniva scortato dagli agenti della penitenziaria, all'arrivo in tribunale questa mattina ha urlato ai giornalisti: "Non sono colpevole, non c'entro niente con l'omicidio". Una volta entrato in aula ha poi rilasciato le seguenti dichiarazioni spontanee, parlando per la prima volta da quando è stato fermato:
Le riporta il Resto del Carlino, secondo cui la Corte si sarebbe poi detta disponibile ad ascoltarlo prima dell'istruttoria.
Mohamed Gaaloul avrebbe conosciuto Alice Neri nel locale in cui lei si era recata insieme al collega di lavoro Marco Cuccui la sera del 17 novembre 2022, chiedendole un passaggio. A questo si riferisce quando in aula cita il fatto che la donna gli avrebbe chiesto di scendere dall'auto "in mezzo alla campagna".
Dice quindi di non sapere cosa sia successo dopo e di non aver avuto alcun motivo per ucciderla. È ciò che pensa anche l'avvocato di parte Antonio Ingroia, che assiste il marito e la figlia di Alice Neri. "Non c'è un movente per Gaaloul", aveva dichiarato nel corso di un'intervista rilasciata a Tag24, mettendo in evidenza - come ha fatto anche l'avvocato Ghini - il fatto che la Procura si sia fossilizzata sul 30enne e abbia tralasciato altre piste meritevoli di attenzione.
Secondo lui andava vagliata, in particolare, la posizione del cosidetto "terzo uomo", un collega della vittima mai indagato, ma finito nel mirino degli inquirenti dopo le dichiarazioni di una persona, un testimone che aveva riferito di averlo visto litigare animatamente con la 32enne in almeno due occasioni, prima dell'omicidio. Lui stesso ha confermato che avevano avuto una relazione e che poi Alice Neri aveva deciso di troncarla.
A carico di Gaaloul ci sarebbero, comunque, diversi indizi di colpevolezza. Non da ultimo il fatto che poco dopo l'omicidio abbia lasciato l'Italia, venendo arrestato in Francia dopo un breve periodo trascorso in Germania. Se sia colpevole - e di quali reati - lo si scoprirà al termine del processo. I familiari della vittima si aspettano solo verità e giustizia e di poterle finalmente dare degna sepoltura.