Una visita all'alba, quella di Adolfo Urso, ministro delle imprese e del made in Italy, agli impianti dell'ex Ilva di Taranto, per incontrare gli operai dell'azienda posta in amministrazione straordinaria. Un confronto in cui Urso, con il commissario Giancarlo Quaranta, ha cercato di tranquillizzare i lavoratori, duramente provati dall'incertezza che circonda il presente e, soprattutto, il futuro degli stabilimenti pugliesi.
Una presenza, quella del ministro, che, nelle intenzioni, vuole dare un segnale di vicinanza agli operai dell'impianto, che chiedono risposte dopo gli stravolgimenti e le incertezze degli ultimi mesi, con l'uscita di ArcelorMittal e l'amministrazione straordinaria gestita dal nuovo commissario nominato dal governo.
Urso si è trovato davanti uomini e donne ridotti alla disperazione, senza neanche più la forza di provare rabbia per una situazione di cui sono le uniche vittime.
Urso ascolta, dice di comprendere le preoccupazioni dei lavoratori, ai quali chiede suggerimenti e critiche, in modo da sollecitare risposte concrete in tempi brevi. Da qui, anche, la scelta di Quaranta come commissario, che "conosce perfettamente" il polo siderurgico di Taranto, "il più grande, importante e significativo d’Europa".
Perché, sottolinea il ministro, l'Italia non intende fare a meno del settore siderurgico ma, anzi, vuole rilanciarlo.
Nell'ottica di questo rilancio, un passaggio importante riguarderà la sicurezza ambientale, da migliorare con interventi specifici, così da tutelare la salute di lavoratori e cittadini che vivono nelle vicinanze dello stabilimento.
Una battaglia, quella sul tema ambientale che ne chiama in causa un'altra, quella affinché l'Europa si decida, spiega il ministro, a "cambiare la politica industriale e siderurgica", introducendo regolamenti e norme che evitino la "concorrenza sleale" di Paesi che realizzano impianti siderurgici a carbone "per invadere il mercato europeo".