Assume sempre più i contorni di un caso diplomatico la vicenda di Ilaria Salis, con un botta-e-risposta molto teso tra il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto e il deputato Pd Paolo Ciani. Il primo, in un video, si è detto sorpreso della rappresentazione "da martire" della maestra 39enne fornita dal nostro Paese, criticato anche per l'interferenza sul caso; il secondo, invece, .........
Resterà deluso chi si aspettava un clima più sereno e qualche spiraglio di speranza in più per Ilaria Salis, dopo l'incontro di ieri alla Farnesina tra il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, e il suo omologo ungherese, Peter Szijjarto.
Quest'ultimo, in un video condiviso da Zoltan Kovacs, portavoce del governo di Budapest, ha usato parole di fuoco nei confronti dell'atteggiamento del nostro Paese sulla vicenda della Salis, detenuta in Ungheria in condizioni indegne, con l'accusa di aver aggredito due manifestanti durante un raduno neonazista nella capitale ungherese.
Nel video, Szijjarto critica l'interferenza italiana nel caso giudiziario e il ritratto fuorviante della Salis come "vittima" di una persecuzione.
❗️FM Szijjártó: "I am shocked at the Italian reactions. This lady (Ilaria Salis) has been presented here in Italy as a kind of victim, a martyr, which has nothing to do with reality. People were almost killed in Hungary. People were almost beaten to death in the streets, and then… pic.twitter.com/3V51KFHiE3
— Zoltan Kovacs (@zoltanspox) February 29, 2024
La replica alle dure affermazioni del ministro degli Esteri di Ungheria arriva da Paolo Ciani, il deputato del Partito democratico, unico esponente politico italiano ad aver incontrato la Salis, in una visita al carcere di massima sicurezza Gyorskocsi Ucta di Budapest.
Raggiunto dall'inviato di TAG24 Michele Lilla, Ciani si dice sorpreso dall'uscita dell'esponente del governo di Budapest, che potrebbe quasi sembrare un'interferenza nel procedimento giudiziario.
Ciani spera, inoltre, che le parole del ministro ungherese non siano dovute a una campagna elettorale che rischia di 'giocarsi' sulla pelle della cittadina italiana, e che la Salis vinca la battaglia per gli arresti domiciliari da scontare in Italia.
Per quanto riguarda il piano più strettamente politico della vicenda, il deputato dem dice chiaramente che, a tempo debito, verrà il momento di discutere anche di quello ma, conclude, "vanno innanzitutto rispettati i diritti umani di una detenuta che da un anno attende un giudizio".
Dal canto suo, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani preferisce non commentare le parole del suo omologo ungherese per evitare di alimentare ulteriori tensioni rischiando, così, di peggiorare la posizione della cittadina italiana.
Sarebbe stato gradito un atteggiamento analogo anche dalla diplomazia di Budapest che, evidentemente, si è fatta meno problemi.
Durante l'incontro alla Farnesina, Tajani aveva ribadito il costante monitoraggio della situazione da parte delle autorità italiane, soprattutto in merito all'accertamento che le condizioni detentive della Salis rispondano alle normative europee.
Decisamente più rabbiosa - e non potrebbe essere altrimenti - la reazione del padre della maestra italiana, Roberto Salis, che replica alle parole del ministro degli Esteri ungherese rincarando la dose:
Il signor Salis conclude, poi, con una battuta dal sapore amaro:
Un dubbio lecito, quello del padre di Ilaria Salis, che getta più di un'ombra sul peso che le questioni politiche, ungheresi ma anche italiane, potrebbero avere sulla vicenda.