Ha preso il via, in un'aula del tribunale di Milano, la terza udienza del processo per omicidio pluriaggravato a carico di Alessandro Impagnatiello, il 31enne reo confesso dell'omicidio della compagna Giulia Tramontano, consumatosi la sera del 27 maggio scorso a Senago.
le parole affidate ai social dalla sorella della vittima, Chiara, che insieme al fratello Mario e ai genitori Franco e Loredana si è costituita parte civile.
In aula, protetta da un paravento bianco, c'è A.C., la ragazza italoinglese di 23 anni che Alessandro Impagnatiello frequentava all'insaputa di Giulia. Sarebbe stata lei, secondo le ricostruzioni, ad accorgersi delle bugie raccontate ad entrambe dal 31enne, mettendosi in contatto con la 29enne e dandole appuntamento per un confronto all'Armani Bamboo Bar di Milano, dove sia lei che il ragazzo lavoravano, per il pomeriggio del 27 maggio 2023, giorno in cui si sarebbe poi consumato l'omicidio.
Ascoltata per la prima volta pubblicamente, A.C. ha spiegato di aver iniziato a frequentare Impagnatiello "verso settembre 2022". All'inizio i due si sarebbero visti soprattutto a casa di lei; poi il 31enne l'avrebbe invitata anche nel suo appartamento e lei sarebbe venuta a conoscenza della sua relazione con Giulia.
ha riferito in aula la ragazza, che "verso marzo, aprile" del 2023 si sarebbe poi accorta che in realtà Alessandro e Giulia erano ancora fidanzati.
ha spiegato, sostenendo che a quel punto Impagnatiello le avrebbe detto di dover restare con lei perché incinta, anche se lui "non era il padre del bambino".
ha proseguito la 23enne, spiegando di essersi insospettita una volta per tutte quando, verso maggio, usando il suo tablet, si sarebbe accorta che il 31enne aveva cercato su Google "come creare un test del Dna falso", capendo che probabilmente le aveva mentito. Qualche giorno prima del 27 maggio lo avrebbe quindi messo alle strette, dicendogli di sapere tutto e di volerlo lasciare.
Poi avrebbe contattato Giulia e le avrebbe parlato della situazione, confidandole anche di essere rimasta incinta di Impagnatiello e di aver abortito. Le due si sarebbero date appuntamento. Giulia, stando al racconto della ragazza, si era già resa conto, a quel punto, che qualcosa non andava:
Lo riporta Fanpage.it. Il resto della storia è purtroppo nota: dopo aver salutato l'altra con un abbraccio, la 29enne si era diretta verso casa. Lì, dopo averla colta di sorpresa, Impagnatiello l'aveva colpita con 37 coltellate tra la cucina e il salotto, provando a dar fuoco al suo corpo prima di abbandonarlo in cantina e in seguito dietro all'intercapedine di alcuni garage.
La sera stessa, dopo aver ucciso la compagna, Impagnatiello si sarebbe messo in contatto con l'altra ragazza, dicendole di "essere libero". Lei, che fino a qualche ora prima aveva messaggiato con Giulia (gli audio che si sono scambiate sono stati fatti ascoltare in aula), gli avrebbe allora chiesto di farle vedere la 29enne.
Lui le avrebbe detto prima che stava dormendo e poi che era andata a stare da un'amica: in realtà era già morta. Poco dopo sarebbe uscito di casa e l'avrebbe raggiunta, ma A.C. si sarebbe rifiutata di farlo entrare.
Il giorno dopo, una volta rincasato dal lavoro, il 31enne aveva presentato una denuncia di scomparsa ai carabinieri, sostenendo di essere preoccupato per la compagna. Agli stessi, sentiti in aula nel corso dell'ultima udienza, aveva poi confessato di averla uccisa. Stando agli accertamenti scientifici, da mesi avveleneva lei e il feto con topicidi, ammoniaca e cloroformio.
Al termine dell'audizione della giovane è stata ascoltata la madre della vittima, che questa mattina sui social aveva scritto:
Dopo di lei è stato il turno della madre e del fratello maggiore dell'imputato. La prossima volta toccherà, tra gli altri, anche a Chiara Tramontano salire sul banco dei testimoni.